Arte o poesia? Chiamatelo come volete: ma il calcio, talvolta, non può esser definito solamente uno sport. Merito di chi ne disegna trame, opere o ne stende versetti: e di meraviglie artistico-letterarie, nelle sfide tra Milan e Juventus, ne abbiamo viste eccome. Metti una serata a San Siro, la sfida tra le due società italiane più vincenti di sempre ed una tradizione senza precedenti, partita ancor prima del lontanissimo ‘900 e tramandata di generazione in generazione: la “Scala del calcio” come museo perfetto per porre sotto i suoi riflettori non solo una partita resa ancor più interessante dall’inattesa aria d’alta classifica (quantomeno sponda Milan), ma occasione perfetta anche per esporne in cinque teche i più bei gesti tecnici mai visti.
Capolavori d’arte moderna e non solo, tutti ben impressi nella mente di chi, nella pinacoteca del “Meazza”, più di un salto l’ha già fatto: ma gli occhi dei veri amanti del calcio, in fondo, non possono essere mai totalmente sazi. Pennellate d’autore impensabili da punti di vista inesplorati, colpi di genio immediati e non solo: da Ancelotti a Trézeguet, abbiamo scelto per voi le cinque reti più belle segnate in tutte le gare a tinte bianco(rosso)nere all’ombra della Madonnina, tra un passato più e meno recente. Guida in mano, dunque, e auricolare nell’orecchio, pronti a rivivere la miglior espressione d’arte calcistica a portata di mano.
Carlo Ancelotti - Milan-Juventus 2-0, 30 dicembre 1990: chi ha detto che l’arte migliore possa essere solamente espressa in ambienti e superfici perfette al tatto e alla vista? Il contrasto tra il pessimo manto erboso di San Siro, a diagonali verdi e marroni, e la meravigliosa volée di Carlo Ancelotti ne sono il perfetto esempio: rimessa laterale di Massaro, colpo di testa a liberare l’area della difesa bianconera e destro secco al volo, di collo pieno, all’incrocio dei pali, lì dove Tacconi non sarebbe mai potuto arrivare. “Ha preso la famosa ragnatela, e lì puoi fare poco: solo guardare. E io l’ho guardata con tanto interesse, visto che non potevo prenderla…” avrebbe poi ammesso il portiere bianconero. Di fronte a quello che Ancelotti, qualche anno più tardi, ha eletto come uno dei gol più belli della propria carriera. E come dargli torto…
Pierluigi Casiraghi - Milan-Juventus 1-1, 9 febbraio 1992: rispetto a poco più di due anni prima cambiano semplicemente colori della maglia e protagonista, ma non la porta e…la sostanza. Da posizione più defilata rispetto alla rete di Ancelotti, Pierluigi Casiraghi riesce a mettere la sua firma d’autore nel big match di San Siro con una perla balistica a dir poco notevole: lancio in profondità sulla destra, coordinazione perfetta e botta sotto la traversa per lasciare di stucco Sebastiano Rossi. Esplosione d’energia utile alla Juventus per strappare il pari finale, dopo il vantaggio di Van Basten, e restare a 5 punti di distanza dai rossoneri, che avrebbero tuttavia poi conquistato il 12° scudetto della loro storia a fine stagione.
Andriy Shevchenko - Milan-Juventus 1-1, 9 dicembre 2001: cerchio di centrocampo appena superato, spizzata di Javi Moreno per vincere il duello con Montero e…inizio della fine. Perchè ancora oggi, quella traiettoria disegnata da Shevchenko fuori dal vertice destro dell’area di rigore resta ancora uno di quei capolavori la cui realizzazione, agli occhi di tutti, continua a lasciare a bocca aperta: controllo con la coscia nello stretto, esterno destro a saltare prima Iuliano e poi Pessotto e, allargandosi, compasso aperto per disegnare una traiettoria imparabile per Buffon all’incrocio dei pali opposto. Una meraviglia non utile, tuttavia, a raggiungere la vittoria finale, pareggiata da un calcio di rigore di Del Piero al 2’ della ripresa.
Marco Di Vaio - Milan-Juventus 1-1, 1 novembre 2003: ancora loro, una di fronte all’altra, dopo la finale di Manchester di sei mesi prima e la Supercoppa Italiana giocata ad East Rutherford ad agosto, in gare decise (con una gioia per parte) ai calci di rigore. Campioni d’Europa contro Campioni d’Italia, in una partita tanto attesa quanto chiusa: a sbloccare la situazione ci pensa Tomasson, con un gol di rapina sotto porta. Poi, all’improvviso, Di Vaio: “Solo matto ad averci pensato!”, ma mica tanto a conti fatti. Sulla sponda d’esterno destro di Trézeguet, contrastato da Nesta e Simic, sinistro al volo stupendo dai 25 metri imparabile per Dida: fulmine a ciel sereno fondamentale per la Juve, a 7’ dal termine, per guadagnare un pari ormai apparentemente insperato. Realizzato, forse, da uno degli uomini meno attesi.
David Trézeguet - Milan-Juventus 0-1, 8 maggio 2005: reduce dalla battaglia di Eindhoven contro il PSV per conquistare la finale di Champions League di Istanbul, il Milan affronta a San Siro la Juventus in quello che risulterà, in maniera determinante, lo scontro decisivo per assegnare lo scudetto. Stavolta, non è tanto il genio dell’autore del gol a far la differenza, ma la praticità mista ad intelligenza di un assistman d’eccezione: perchè se David Trézeguet, con implacabile fiuto del gol, è bravo ad anticipare di testa Dida per lo 0-1 finale, il pallone servito da Del Piero resta un gesto tecnico da “10” quale è sempre stato. Sterzata dal vertice sinistro dell’area di rigore, cross ribattuto da Gattuso, pallone che s’impenna e rovesciata precisa verso il centro dell’area di rigore, raccolta prontamente dal compagno con ago e filo. Per cucire lo scudetto numero 28 sulla maglia bianconera.