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Data: 10/11/2018 -

Milan-Juventus, Lippi: "Bianconeri arrabbiati e con CR7, sono i più forti”

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Mai una partita come le altre, da sempre. I punti di differenza contano poco, la sfida tra Milan e Juve rappresenterà sempre un classico del nostro calcio. Un match ricco di fascino e emozioni che chiuderà la dodicesima giornata di Serie A.

Chi la vince? Ha provato a dirlo Marcello Lippi, che in un’intervista sulla Gazzetta dello Sport ha analizzato la sfida tra Milan e Juve: “Nella partita secca ci sta tutto. Il Milan sta crescendo, è in fase di formazione e ha bisogno di Higuain in area. Certo, la Juve è di gran lunga la più forte. Inter e Napoli sono fortissime, ma ancora distanti. Lo United ha indicato la strada? Sì, una strada che comincia per C, diciamo la casualità… La Juve sarà molto arrabbiata per aver perso la prima partita in stagione e in questo modo”.

L’allenatore campione del mondo ha detto la sua anche sul gesto di Mourinho rivolto ai tifosi bianconeri nella sfida Champions con lo United: “Ognuno ha il suo carattere. Lui è un allenatore di altissimo livello, lo dice il suo albo d’oro, ma forse qualche cosa poteva risparmiarsela, non si deve reagire per forza. Quanto vale Ronaldo? E’ inseritissimo nel gioco. E sa qual è la cosa più bella? Che i compagni gli riconoscono questa grandezza e gli lasciano punizioni, rigori, tutto. Non è facile arrivare a quest’età alla Juve ed essere subito leader riconosciuti”.

E allora la domanda sorge spontanea: come farà il Milan a fermare il portoghese? “Il Milan non può far altro che giocare al massimo delle possibilità, compatto, concentrato, e sperare che Suso e Higuain colpiscano – Ha commentato Lippi - Gattuso? Tutti vogliamo bene a Rino. Ma non è solo un bravo ragazzo: a quei livelli non basta la grinta. Ha già fatto bene contro la Juve e ha tutto quello che serve a un giovane e bravo allenatore.

Allegri uno dei migliori al mondo? Porca miseria se lo è. Non è mica facile vincere quello che ha vinto lui, più due finali di Champions che valgono quasi come una coppa. Se mi somiglia? Sì: legge bene le partite e le gestisce con i cambi. Fa sentire tutti importanti e fa giocare tutti.

L’intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi.



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