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Data: 17/02/2018 -

Milan, Gattuso in conferenza: "Voglio restare. Bonucci un esempio per tutti. Giampaolo professore"

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Dopo lo 0-3 con il Ludogorets è tempo di Serie A per il Milan di Gennaro Gattuso. L'allenatore rossonero ha parlato in conferenza stampa del match che attende in posticipo la sua squadra: a San Siro arriva la Sampdoria. “Ci sarà bisogno dei tifosi, di senso di appartenenza: speriamo di portare lo stesso entusiasmo, l’importante è che si metta passione in ciò che si fa. Biglia? Non sono sono i singoli a fare la differenza, giochiamo di reparto, Suso e Calhanoglu stanno facendo un lavoro importante: stiamo nei 30-35 metri, questo è un lavoro importante, dobbiamo esaltare tutta la squadra per il lavoro che fa”.

“Bonucci-Romagnoli? Mi piacerebbe parlare dell’intera linea a 4, difficilmente ci stiamo facendo attaccare alle spalle: anche tutti i giocatori che compongono la difesa stanno giocando molto bene. Bonucci dev’essere un esempio per questa squadra: il campione è chi si allena sempre a mille all’ora, rompe le scatole, il campione mette grande veemenza e passione in tutto quello che fa. Il Milan ha bisogno di questo, lo spogliatoio è stato composto da grandi campioni e professionisti: sono orgoglioso di allenarlo, per noi è una fortuna. Speriamo di alzare l’asticella”.

"Offerte dall’estero per me? Per me c’è il Milan, la Sampdoria domani, spero di rimanere qui il più lungo possibile, è la priorità più grande: l’ultimo problema di questa società sono io. Ringrazio Mirabelli e Fassone per ciò che mi hanno concesso: possono chiamare e offrirmi quello che vogliono dall’estero, ma se c’è la possibilità la volontà è restare qui”.

“Quando i ragazzi dello staff mi danno i fogli con le statistiche li strappo subito…Spiace aver avuto poco tempo per prepararla: non nego, ho copiato molte cose a Giampaolo per come fa giocare la squadra. Conosco il suo valore, sono molto preoccupato, sarà una gara molto difficile in cui non dovremo sbagliare nulla: se sbagli qualcosa non ti perdonano”.

“Mi aspetto ora continuità di risultati, prestazioni: riuscire tante volte a sviluppare meglio l’azione. A volte siamo prevedibili, perdiamo palla in uscite, cerchiamo l’uomo dietro le linee ma subito, senza sviluppare, questo è un aspetto da migliorare. Bisogna dare l’1% in più domani, dare qualcosa in più tutti quanti, non subire gli avversari, mettersi bene: credo si possa aggiustare l’assenza di Kessie, non abbiamo un giocatore come lui e dovremo dare di più”.

“Quando esprimo sempre il concetto che voglio che nessuno molli lo dimostra il fatto che Borini entri e segni due gol, che Rodríguez entra e segna: qualcuno non è contento e ci sta, ma l’occasione arriva e ci sta. Si deve lavorare per il bene di questa squadra. Dobbiamo allenarci per far fatica. C’è gente che ha vissuto il Gattuso giocatore: il Milan l’ho voluto lasciare io perché pensavo fosse arrivato il momento, ma Galliani chiamava ogni volta mia moglie. Mi sentivo tutto qui, ho vissuto come un sogno questa situazione: per me era qualcosa di incredibile. Volevano rimanessi nello staff di Allegri, andare ad allenare la Primavera, poi ho scelto di andare altrove. Sono tornato, ho trovato ragazzi con grande voglia: non ci sarebbe stato nulla senza Mirabelli, che mi ha chiamato 20 volte e incontrato 7/8, non avrei accettato. Son tornato perchè ho visto una società che mi voleva a tutti i costi, ora siamo qui: la pressione la sento anche quando faccio allenamento, metto grandissimo impegno in tutto quello che faccio. Ho provato a gestire e vivere le cose in maniera diversa, preferisco soffrire e fare fatica in più”.

“Non parlo tanto coi giocatori, parlo tanto in campo: in allenamento martello, spingo a fare qualcosa in più, anche se in quel momento chi non gioca si sente triste. Quando vedo qualcosa che a livello tecnico tattico parlo, parlo quando vedo giocatori in difficoltà, ma non sto a dare spiegazioni per il fatto che qualcuno non giochi. Devo mettere in condizione tutti di esprimersi al massimo”.

“Non ho rivisto la partita d’andata contro la Samp, abbiamo una tattica e una mentalità diversa ora. Cos’ho rubato a Giampaolo? La difesa della porta, è un professore: a Coverciano, quando l’ho incontrato anni fa, mi ha affascinato parlandoci e mi ha aperto un mondo”.

“Gigio e la curva? Era un gesto che aspettavo da tanto tempo, la tribuna bassa ha facilitato tutto questo: credo, al di là del ragazzo giovane, che Donnarumma ha un grande senso di appartenenza e necessita affetto”.

“Cutrone? È giovane anche lui, non cominciamo a fare paragoni: deve crescere, di esempi negli ultimi 30 anni ce ne sono tanti. Patrick deve crescere e lavorare e lavorare e riposare e riposare, spero si trovi una bella fidanzata”.



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