Milan, Gattuso: "Il ritiro? Era il minimo dopo le figuracce. Non ho ma...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 22/12/2017 -

Milan, Gattuso: "Il ritiro? Era il minimo dopo le figuracce. Non ho mai pensato di dimettermi"

profile picture
profile picture

Rialzare la testa dopo l'ultima pesantissima sconfitta in campionato contro l'Hellas Verona e dare una risposta positiva al ritiro punitivo deciso da allenatore e società: obiettivo chiaro per il Milan, pronto a sfidare l'Atalanta a San Siro domani alle 18. Tanta grinta nelle parole di Gennaro Gattuso, che nella conferenza stampa di presentazione della gara ha innanzitutto spiegato i motivi che hanno portato a scegliere di andare in ritiro: "Il ritiro? Sicuramente siamo stati più di qualche ora insieme, è stato bello vedere bambini e mogli dei giocatori. Abbiamo fatto una cena tra di noi e abbiamo lavorato - ha detto l'allenatore del Milan -, facendo qualche ora in più di campo: il problema di questa squadra non è il lavoro settimanale, manca il veleno. Il fatto che qualcuno dia qualcosa in più, che un compagno dia dritte ai più giovani, li aiuti a sistemarsi in campo: questo manca. Si vede quando andiamo ad analizzare le partite. In ogni caso il ritiro era il minimo che potessimo fare dopo ciò che è successo, che venissimo qui e mettessimo a bollire il nostro brodo: vestiamo una maglia importante. Non ci sono stati giocatori che si sono ribellati, ci fossero stati sareste stati i primi a saperlo, non ho peli sulla lingua: non è un metodo antico. La scelta di andare in ritiro è per dare un segnale anche alla piazza, sembra che qui quando si vince o si perde è uguale: qui vedo grandissimo impegno, quando parlo con proprietà e società vedo ritmi nell’allenamento incredibili, grande partecipazione. Non vedo persone lavative, ma ciò che stiamo facendo non basta: in campo la sensazione che ho è che ognuno guardi al suo orticello, ma ciò che facciamo in allenamento non viene riportato sul campo. La sensazione a Verona era quella che potessimo pareggiarla subito, ma siamo fragili, e la fragilità siamo andati a cercarcela anche noi".

Poi un pensiero sull'avversario di turno: "L’Atalanta è una squadra che vola, non molla di un centimetro - ha proseguito Gattuso -, migliora minuto dopo minuto e fa l’Europa League: ha velocità e cattiveria nel tenere il campo, c’è differenza con noi. Se vi ricordate ogni volta non parlo tanto per parlare: non ero soddisfattissimo dopo le vittorie contro Verona e Bologna perché diamo la sensazione di dare troppo campo agli avversari, dobbiamo tenere le squadre in 30-40 metri. Se si può allenare il veleno? No, ma la mentalità si allena. Penso che la condizione fisica non basti, si deve dare condizione, bisogna vedere le gambe lavorare meglio e bisogna migliorare la percezione del pericolo, ho questa sensazione. Quando non dobbiamo dare un metro in più lo facciamo solo in seconda battuta, a volte con terzini altissimi: e la colpa è tutta mia, sono io che scelgo i giocatori e li metto in campo, sono il primo responsabile. L’aspetto che dobbiamo migliorare è questo. Domani non dobbiamo giocare dritto per dritto, perdere palle banali. Mi aspetto la stessa mentalità dei primi 20’ contro il Bologna, contro il Verona, di non commettere i soliti errori, dando campo agli avversari e tenendo botta. Loro sulle seconde palle sono forti e davanti hanno qualità: serviranno mentalità, voglia e grande sacrificio per portare i 3 punti a casa. Quanto durerà il ritiro? Eravamo rimasti sullo stare 4-5 giorni insieme, se andate a vedere poi gli impegni continuerà perchè c’è la Coppa Italia, ma dovrebbe durare fino alla partita di domani contro l’Atalanta. So che atmosfera c’è quando si contesta, spero ci appoggeranno durante la gara".

"Non ho mai pensato a dimettermi: sono andato in sede per parlare del ritiro e se farlo da martedì o mercoledì - ha aggiunto ancora l'allenatore rossonero -, sapevo ci fossero delle difficoltà ad accettare questo ruolo, c’è da lavorare e c’è grande responsabilità. Mi sento addosso i tifosi di questa squadra, il ritiro non è qualcosa di punitivo: dovevamo riflettere sul solo punto fatto tra Benevento e Verona. Berlusconi? Mi ha chiamato il primo giorno che sono arrivato, siamo stati un’ora al telefono: è il segreto di Pulcinella quello che dice e come gli piace giocare, ma in questo momento devo valutare le caratteristiche dei giocatori che alleno. In queste ultime partite si vede Suso venire a giocare un po’ di più sotto punta, si vede il lavoro: bisogna entrare piano nella testa dei giocatori. Il Milan non è vero che ha giocato sempre con 2 punte, abbiamo giocato anche con l’albero di Natale e vinto qualcosa: abbiamo avuto spesso un punto fermo come la difesa a 4. Ho sentito tante volte 'mi brucerò', ma non voglio fasciarmi la testa prima di essermela rotta. Bonucci motivato? Non devo fargli le carezze: ciò che ho detto una settimana fa lo dico anche oggi. È uno che lavora, non si tira mai indietro, un esempio, mette sempre la faccia: è lo stesso discorso di Donnarumma, non mi ha mai detto 'questa è la mia ultima partita'. Si assume sempre le sue responsabilità: tutti lo seguono ed è importantissimo. Non vedo nulla di strano nel vedere un calciatore andare a cena con gli ex compagni, anche dopo una sconfitta contro il Verona. I numeri sono belli ma tante volte ti fanno girare la testa, sono illogici, dobbiamo dare la sensazione di giocare da squadra: l’interpretazione ci sta mancando, su come arriviamo al tiro arriviamo davvero in scioltezza. A Benevento magari no, ma attaccare ci riesce facile, dobbiamo lavorare meglio sulle preventive, sulla lettura. Sulle palle inattive ci lavoriamo, sta succedendo spesso che siamo dei polli. Ho la sensazione che in tanti componenti che rappresentano la mia squadra, la giovane età porta alcuni giovani a non reagire: avevo grandissime sensazioni, a Verona poteva essere la partita della svolta, ho visto una squadra incoraggiarsi tra loro. Poi è venuto fuori un risultato bruttissimo, ma vedo gente che fa di tutto per migliorare. Bisogna assumersi responsabilità, ci sta che uno si sbagli. Spazio per Calhanoglu? Domani vedremo…".

E in chiusura anche una battuta sulla società, Gattuso ha assicurato di sentire la vicinanza del club: "Quando parlo con Han Li, Fassone e Mirabelli mi dà fastidio sentirmi dire 'Cosa possiamo fare'? La società è sempre presente. Lunedì abbiamo discusso in sede sul perché non riusciamo a far esprimere ai ragazzi il loro valore. Per svoltare non basta la vittoria, bisogna che i calciatori si incazzino e parlino una volta in più, che il sottoscritto - e già sono incazzato - lo faccia ancora di più. Non dobbiamo pensare ognuno di noi al nostro orticello, dobbiamo fare qualcosa in più, compattezza, siamo uno squadra. Il problema è che sono anche io a non averlo trasmesso, ciò che dico a voi lo dico anche a loro, mi conoscete: dobbiamo dare la sensazione di fare di più, e ne son convinto. Dobbiamo mettere i giocatori insieme, farli giocare insieme e metterli con una testa sola".

Tags: Milan



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!