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Data: 24/08/2018 -

Milan, Gattuso: "Ci sentiamo spesso con Ancelotti. Domani ce la giocheremo"

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"Il Napoli ha una sua identità, è chiaro. Domani comunque sarà una partita molto difficile".

Pochi dubbi per Gattuso, alla vigilia di Napoli-Milan. L'allenatore rossonero, in conferenza stampa, ha parlato così della gara di domani al San Paolo e del rapporto con Ancelotti:

"Questo Napoli somiglia ancora a quello di Sarri, Ancelotti non ci ha ancora messo mano al 100 per cento. Sta provando a cambiare qualcosa, comprano e vendono pochi giocatori. I 90 punti dell'anno scorso non sono un caso.

Spero che domani il Milan vinca. Ieri mattina ci siamo sentiti io e Ancelotti, come facciamo spesso da quando ho smesso.

Mi ha chiesto se voglio le mozzarelle... (ride, n.d.r.). Sapete tutti cosa abbiamo condiviso. E' stato più di un allenatore. Qualche chiamata nei momenti di difficoltà l'ho fatta.

Un grandissimo rapporto, oltre quello calciatore-allenatore. Lui è il maestro ma noi domani a Napoli ce la giocheremo.

Voi pensate che io e lui non ci assomigliamo caratterialmente. E' cambiato da quando è diventato allenatore. Quando giocava in campo si trasformava, era uno sempre grintoso, che non mollava mai.

Ha iniziato a fare questo lavoro e si è addolcito. Quello che a me ha sorpreso sempre è la sua semplicità. Si comportava come Rocco.

Da quando ho smesso non ho mai sentito un calciatore parlare male di Ancelotti, anche chi non giocava. Riusciva a parlarti col cuore in mano, non raccontava bugie. La sua semplicità è stata la sua fortuna.

E' difficile copiarlo nella gestione di un gruppo. E' stato un maestro per me.

Higuain? Penso che solo con lui non vinciamo niente. Abbiamo bisogno della squadra. Lui è un giocatore di altissima qualità, uno dei 10 più forti del mondo.

Dobbiamo essere una squadra e mettere Gonzalo in condizione per fare gol. E la squadra non deve riuscire a subirne e fare un buon lavoro in ogni reparto.

Il valore di Higuain? Andrè Silva ha già fatto tre gol. Noi non volevamo venderlo, ha voluto andare via a tutti i costi. Quando un giocatore lo chiede è giusto che vada via.

Ma lui, per la sua età, era importante. L'anno scorso abbiamo sbagliato tanti gol con gli attaccanti. Ora speriamo che non succeda ad Higuain.

Io sono l'uomo più felice del mondo. Alleno una grande squadra e sono in una grande società. Sono nato con la pressione, sono nato settimino.

Ma la vivo bene, c'è gente che sta peggio di me. In tanti mi invidiano.

Mi hanno fatto una squadra importante.

Come ha detto Spalletti: ho voluto la bici e ora pedalo.

Possiamo essere più forti dell'anno scorso ma ci vuole tempo perché quando arrivano calciatori nuovi ci vuole tempo. Noi ne abbiamo poco ma questa è una squadra che, se riusciamo a sistemare tutto in fretta, è forte.

So che sarà una stagione impegnativa ma potrà essere positiva. Sacchi ha parlato di Milan da scudetto? Mi ha dato una mazzata dietro al collo. Siamo ancora lontani ma in prospettiva, se guardiamo le età, forse possiamo arrivarci.

Oggi l'obiettivo è migliorare quanto fatto l'anno scorso e lavorare duramente per conquistare il quarto posto.

Ciò che mi fa stare tranquillo è sapere come abbiamo lavorato. Nella testa dei calciatori c'è la consapevolezza di poter spingere.

Nelle amichevoli abbiamo creato tanto ma abbiamo fatto fatica a segnare.



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