Chiamato ad una netta inversione di tendenza, dopo la sconfitta interna col Benevento, il Milan si prepara al riscatto in vista dell'impegno di domani contro il Bologna al Dall'Ara. Gennaro Gattuso, allenatore dei rossoneri, ha presentato così la sfida in conferenza stampa.
“Non c’è stato nessun confronto: abbiamo toccato il fondo, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Abbiamo fatto una figuraccia per la maglia che indossiamo, avevo fatto i biglietti per andare in Spagna due giorni con la mia famiglia ma li ho stracciati: siamo stati qui a lavorare, può piacere o no ma me ne posso anche sbattere. I due dirigenti sono stati in contatto con me, è giusto che ognuno di noi sappia: tutti si giocano qualcosa, giocatori e dirigenti. Ho visto una squadra senz’anima, abbiamo interpretato la partita singolarmente, non di squadra: questa squadra ha caratteristiche ben precise, se non gioca in 20-25 metri e non pressa come deve, succede questo. È vero che questa squadra ha 57 partite sulle spalle, e non è al top fisicamente, ma bisogna giocare come abbiamo fatto contro Roma e Lazio, giocando con umiltà e rispettando gli avversari. Non dobbiamo pensare che abbiamo vinto 7 Champions, ci vuole anima e voglia. Tutti questi segnali negativi nella mente non li ho, la squadra si allena sempre bene: sento parlare di rivoluzione, ma questa è una squadra forte, cui manca un qualcosina, che può aprire un ciclo, con età media di 23-24 anni. Dobbiamo cambiare nella testa, non bastano cuore e gambe: in questo momento ci manca questo”.
“Non dobbiamo adattarci a nessuno, ma dobbiamo fare ciò che sappiamo fare: giocare da squadra, organizzata, giocando di reparto, con palla coperta e campo coperto. È vero che non vinciamo da 40 giorni, ma che squadre abbiamo affrontato prima? Se concedi poco ai campioni e vai in calo coi giocatori normali è una questione di testa: ci assumiamo la responsabilità e ci mettiamo la faccia”.
“Mirabelli è stato tranquillizzato, il lavoro di Massimiliano non è stato facile e ha fatto anche buonissime cose, non è tutto da buttare: ma finisce la storia di Mirabelli e arriva il discorso rifinanziamento, poi un’altra cosa. Per questo non voglio leggere nulla ma guardare solo la gente che lavora con me: poi che ci sia tensione e questo possa far perdere credibilità è un dato di fatto, ma il mio compito è riportare questo club dove merita. Mi stanno dando una mano tutti: se pensiamo di continuare così è sempre difficile, ma devo pensare al mio. Prima eravamo tutti Brad Pitt, ora tutti dei mostri: ora non vado alla ricerca di alibi. Le problematiche c’erano, ma quando c’è coesione funziona tutto meglio: dobbiamo far parlare il campo, meglio andiamo in campo e meno parliamo del resto”.
“Un calo è fisiologico, ma non abbiamo tempo di pensare ad esperimenti: ci stiamo giocando ancora tanto e non possiamo permetterci di staccare la spina. I segnali li abbiamo: vi farei vedere gli allenamenti di un mese fa e di oggi sul cartaceo, ma la squadra riesce a tenere ritmi molto più alti, anche se non basta. Non serve allenarsi solo bene, serve capire i compagni, che momento stiano vivendo, se abbiamo l’occhio della tigre quando andiamo in campo: questa è una squadra viva, dobbiamo ritrovare la vittoria. Prima della Juventus non perdevamo da 3 mesi, ora son 40 giorni che non vinci: devi andare alla ricerca di questo. Tante partite che abbiamo pareggiato, se avessimo avuto più cinismo, le avremmo portate a casa. Ci è mancato poco, ma vuol dire che dobbiamo crescere in mentalità e lettura, e mi ci metto anche io dentro, non solo i miei giocatori”.
“Quando alleni il Milan, l’allenatore avrà sempre pressioni. Io dico che, nei momenti di difficoltà bisogna essere bravi ad essere compatti. Essere bravi nel fatto che qualche giocatore dica una parola in meno a voi, giornalisti. Essere bravi nel fatto che persone che rappresentano la società dicano una parola in meno e stiano zitti. L’allenatore, quando chiama qualcuno di vuoi, fa finta di non aprire WhatsApp e non rispondere. Le chiacchiere da bar, in questo momento, non ci portano da nessuna parte. Solo all’inferno. Dopo, alla fine, finisce la stagione e arriverà il giudizio della società. Mi diranno loro, in base ai risultati, se saranno contenti o se non mi riterranno all’altezza. Tre anni di contratto? Non sono un problema, mi possono dire di stare a casa. Ma vale anche per il direttore, per il direttore della comunicazione. Vale per tutti. Perché tutti siamo sotto giudizio. Il fatto di farci male da soli cosa ci porta? Secondo me nulla. Alibi? Non ne abbiamo bisogno. Chi rappresenta questa società, chi fa un lavoro come il mio e quello dei giocatori è cercare alibi e di chi è la colpa. Un po’ di colpa è mia, perché se non arrivano i risultati, la colpa è mia. Se a livello comunicativo tante cose non funzionano, è colpa della comunicazione. Se i giocatori giocano al di sotto delle attese, un po’ di colpa ce l’ha Mirabelli. Se i conti non sono a posto, la colpa è di Fassone. Ognuno di noi ha una responsabilità”.
“Çalhanoglu si è allenato bene da qualche giorno, viene da 2 settimane problematiche, ma io ora non ho bisogno solo di Hakan, ma della squadra: soffrire, tenere bene il campo, continuare su quella squadra. Questa squadra ha capito come giocare e come deve tenere il campo: i singoli non ti fanno vincere le partite”.
“Non abbiamo mai preso una palla di testa o attaccato il primo palo: da mesi lavoriamo per partire dal basso e lavorare con le catene, ma in avanti facciamo il solletico agli avversari. Dobbiamo essere più velenosi e cattivi quando arriviamo negli ultimi 20 metri”.
“Non sono deluso, ma incazzoso: venire qui con la faccia da ebeti e sorridere vuol dire che non tengo al mio lavoro, non posso venire qui a raccontare le barzellette. Si lavora ma non basta ciò che stiamo facendo. È il minimo che sia incazzato io, son deluso magari io da me stesso, è normale sia così”.
“Recupero Biglia in anticipo? 2-3 giorni fa voleva fare la bici tutto storto, tanto per far capire che entusiasmo ha. Se ascoltiamo Lucas, per l’entusiasmo e la voglia che ha, oltre al senso di appartenenza, dobbiamo frenare per il suo bene, perché altrimenti non lo faremmo. Romagnoli? È da 4 giorni che ha ripreso a correre, settimana prossima farà solo sedute atletiche e vedremo poi come starà. In questo momento le cose stanno andando bene, lo valutiamo settimana prossima. Il Bologna? Quello che mi fa paura di loro è la loro spensieratezza, quando non c’è questa componente il pallone pesa meno e le gambe vanno più forti”.