Gennaro Gattuso ha parlato in conferenza stampa a Milanello affrontando tutti i temi del big match che attende la squadra rossonera domani pomeriggio. Infatti a San Siro arriverà il Napoli, che non vuole perdere terreno nella lotta scudetto con la Juventus. Dal duro confronto con Hamsik di 10 anni fa allo sfogo di Buffon, in conferenza l’allenatore rossonero ha parlato a ruota libera: “Milan-Napoli ancora come Gattuso contro Hamsik? Non basterà solo lo spirito, bisognerà giocare bene tatticamente e tecnicamente. Ci vogliono tutte le componenti che ho citato adesso, quando mi rivedo da calciatore non è che mi piaccio tanto…ma domani non dobbiamo pensare solo ad avere la faccia incazzata, perché c’è un avversario difficile e di grande qualità, ben allenato. Ho dato due giorni di riposo alla squadra e mercoledì quando siamo tornati insieme ho visto troppe facce brutte, contro il Sassuolo abbiamo dato continuità di gioco: dobbiamo migliorare sugli ultimi 20 metri, ma la squadra non è stanca in generale, lo è solo in qualche singolo. Non subisce così tanto gli avversari, tranne gli ultimi 15’ con la Juve e a livello tecnico contro l’Inter non abbiamo fatto bene. Poi normale che con 2 punti in 3 partite ci sia un po’ di scoraggiamento, dobbiamo continuare su questa strada. Quando si beccano persone sagge alla mia età, mio nonno mi diceva prendi l’arte e mettila da parte: se trovi allenatori preparati devi osservare e imparare, con Sarri c’è tanto da imparare. Quelle 3/4 cose che fanno sono fatte benissimo, dobbiamo essere bravi a livello tattico, fisico e tecnico. Sanno cosa fare quando palleggiano, mi piace vedere i loro 4 difensori muoversi, sono uno spettacolo, hanno grande qualità.
Dalla sfida con il Napoli alla settimana europea delle italiane, con Buffon in primo piano: “Ho vissuto questa settimana con grandissimo orgoglio per il calcio italiano, non giudico Buffon, faccio fatica a giudicare me stesso: so che quando si perde brucia. Sono orgoglioso della VAR e non capisco perchè non si sfrutti in tutti i campionati europei mondiali. Negli ultimi anni mi si è chiusa la vena troppo spesso, tra la capocciata a Jordan e gli insulti a Leonardo in balaustra: Gigi per me è un grande compagno, ho grande rispetto per lui. Se se la sentirà e se vorrà, chiederà scusa. Le 100 presenze in A di Donnarumma? Sono orgoglioso di Gigio, deve dare continuità e ha l’obbligo di provare a diventare il portiere più forte al mondo. In questo momento ha bisogno di grande tranquillità, da parte mia c’è grande affetto per lui: non giudichiamo gli errori e deve alzare l’asticella, deve lavorare tranquillo e sereno. Non amo la tecnologia, ma mio figlio ogni tanto mi fa vedere un po’ le cose borderline, le cose negative, ma non cancello nulla della mia carriera. Quando scendevo in campo ero disposto anche a battagliare con mio padre, in campo c’era il fratello di Gennaro Ivan, Rino. A volte provo imbarazzo per mio figlio…I ragazzi sono arrabbiati, per due mesi abbiamo vinto tante partite di fila e comincerai a farci l’abitudine: ho letto un po’ di tristezza nei loro occhi, meritavamo di più contro il Sassuolo e c’era delusione, ma dobbiamo continuare e non lasciare nulla al caso. La cosa più brutta è vedere chi fischia, chi arriva gente con le infradito a Milanello, la più bella invece è vedere gente incazzosa”.
Gattuso ha analizzato la sfida con il Napoli anche a livello tattico: “Abbiamo lavorato un po’ di reparto con la linea di difesa con Musacchio e Zapata, c’è grandissima fiducia. Hanno una professionalità incredibile, sono tranquillo: non sono frasi di circostanza ma lo penso davvero. Per me le prime settimane, i primi 12/13 giorni sono fondamentali nella preparazione. In Italia siamo stati i maestri delle polemiche, ma la VAR ti dà una grandissima mano, e non capisco perché ancora non si usi. Non capisco ancora cosa facciano i giudici di linea, col VAR le polemiche diminuiscono. Reina? Di lui oggi non me ne può fregare di meno, penso a Gigio: lui rappresenta il Napoli ora e se e quando arriverà lo accoglieremo a braccia aperte. Sarri? A livello di look non siamo il massimo, né io né lui, ma è un maestro: è partito dal basso e ha dato qualcosa di nuovo al calcio. L’ho incontrato una volta sola, in Palermo-Empoli: giocava 4-3-1-2, ricordo anche Milan-Arezzo di Coppa Italia, sui calci piazzati non ci fece capire nulla e già si vedeva fosse uno preparato. C’è solo da imparare con lui. In questo momento mi piace consolidare ciò che di buono facciamo. Poi tante volte è un caso, i cambi li facciamo spesso, a volte anche per infortuni, ma ho grande fiducia nei miei ragazzi, non voglio perdano fiducia”.