Il Milan si mette le ali per volare alto ma si accorge all’ultimo che sono di cera. Gioie e dolori hanno attraversato Milano, Ferrara e Reggio Emilia in 90 minuti. La fine è l’inizio da cui partire. Il Milan non riesce a qualificarsi per la prossima Champions League nonostante la vittoria per 3-2 sulla Spal. I diavoli cadono sulla terra dopo aver messo le ali per ben due volte e aver raggiunto il paradiso nel corso della serata più importante della stagione. Sul più bello quelle stesse ali che avevano sospinto i ragazzi di Gattuso sino in cielo si sono sciolte, come successe a Icaro, bruciate dai cugini dell’Inter e dalla Dea Atalanta, entrambe volate un po’ più in alto dopo aver provato a buttarsi giù a vicenda.
Rino Gattuso è stremato. Lo confessa nel post partita ai giornalisti. Ma si può notare anche solo dall’atteggiamento del corpo. Quello di un guerriero che ha dato tutto e ha dovuto rinunciare alla gioia più grande sul più bello. Mani in tasca, sguardo fisso a un orizzonte che non esiste. La sua voce potrebbe spezzarsi da un momento all’altro da quanto è debole: “Sono a pezzi. Sento troppe responsabilità in questo club”. Con compostezza e lucidità ascolta le domande e risponde. Ma dai suoi occhi si può vedere un’anima affranta che ha bisogno di riprendersi: “Avrei fatto di tutto per vedere lacrime di gioia nel mio staff quest’oggi. C’è tanto rammarico”.
Il tempo e l’incertezza si sono accomodati al tavolo finale e hanno giocato alla roulette puntando prima su una squadra, poi su un’altra. Il destino alla fine non ha avuto più tempo a disposizione per cambiare le carte in tavola per l’ennesima volta e i verdetti sono stati finalmente scolpiti. Il primo tempo fa ben sperare tutti i milanisti. Con il momentaneo vantaggio per 2-1 i rossoneri sono in Champions, la competizione tanto sognata e pronunciata sottovoce. I tifosi del Milan presenti a Ferrara cantano a squarciagola già da un’ora e mezza prima dell’inizio della gara. E non smettono nemmeno durante l’intervallo. I tifosi in tribuna invece esultano con compostezza, senza abbracciarsi. Tutti sanno che la strada per la felicità è ancora lunga e tortuosa.
Nel secondo tempo la partita che si sta giocando a San Siro tra Inter ed Empoli entra di prepotenza nei cuori nella testa e negli schermi dei presenti al Mazza. La tensione sale, il silenzio prende il sopravvento e anche i cori dei tifosi cominciano a farsi sempre più flebili e sporadici. Ci si gioca tutto. L’Inter passa in vantaggio, poi sbaglia un rigore con Icardi e subisce il pareggio. Il Milan, dopo il 2 a 2 della Spal in uno strano gioco di coincidenze, passa in vantaggio su rigore. Rigore sbagliato, rigore segnato, come se il fato avesse un piano chiaro e glorioso per il Milan. La fine non è quella sperata. Le lacrime di gioia invocate da Gattuso scendono dai volti di altri giocatori, in altri campi. Non qui. Ma l’Europa League è un punto di partenza importante. Per provare a volare più in alto ancora, con ali indistruttibili.
Riccardo Despali