Vent'anni in campo con la stessa maglia, Franco Baresi è stato una delle ultime bandiere del calcio italiano. Tantissimi trofei alzati al cielo con la maglia del Milan, compagno di viaggio di Silvio Berlusconi: qualche lacrima è inevitabile.
"Non posso nascondere di avvertire un certo magone" - si legge nelle pagine del Corriere della Sera - "So che il presidente è triste e anch’io lo sono. Finisce un’epoca speciale e io con lui ho vissuto di certo più gioie che dolori. Non dimenticherò mai il primo giorno in cui lo incontrai. Era il 1986, si era appena insediato. Ricevemmo la sua visita a Milanello. L’allenatore era Liedholm: ci fece restare a bocca aperta con i suoi proclami di rilancio del club. Venivamo da anni difficili e lui portò entusiasmo e aspettative. All’inizio davanti a certi progetti eravamo perplessi. Invece aveva ragione lui: portò a Milano Sacchi l’anno seguente, cambiò la filosofia del calcio, diede alla società un’organizzazione che prima non c’era".
Adesso il cambio e la fine di un'era: "La situazione è molto differente rispetto ad allora. Quando il Milan passò da Farina a Berlusconi la squadra era a digiuno di successi da tempo. Ora per i nuovi sarà complicato imitarne le gesta: il ciclo di successi costruito in questi 31 anni è irripetibile. La sera in cui festeggiammo il primo scudetto a San Siro capii che Berlusconi non scherzava. Nel pomeriggio avevamo giocato a Como: la sera nel nostro stadio trovammo 80 mila persone. Solo per salutarci. Incredibile".
Un Berlusconi sempre presente: "Nei primi tempi curava ogni dettaglio, dall’alimentazione al look. Mi ha voluto bene, ma ha mostrato affetto e vicinanza verso ogni protagonista che ha scritto la storia del Milan. L’ho visto al derby d’andata. Era emozionato per la coreografia della curva. Mi ero illuso, e tra me e me sospiravo “dai cha magari ci ripensa”. Ma bisogna guardare avanti: un cambio del genere mette tristezza ma resto convinto che il presidente abbia valutato ogni aspetto e che abbia preso la decisione giusta. Sarà difficile ripercorrere le sue orme".
L'augurio? "Non può che essere che i nuovi proprietari abbiano passione e risorse per riportare il Milan a essere competitivo in Italia e in Europa. Mi pare che ci sia la volontà di costruire qualcosa di positivo. La mia presenza? Non so, vedremo. Di certo è fondamentale non dimenticare cosa è il Milan per la gente, per i tifosi e per la sua storia. Maggior peso? Non lo so, è prematuro. Per ora sono in organigramma, aspettiamo le presentazioni".