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Data: 01/05/2019 -

"Inter, pensavo di restare. Manchester mi ha cambiato la vita": i segreti di Mikael Silvestre

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Si vedeva che era forte. Ma non come adesso. Ha lavorato a tutti i livelli o non avrebbe vinto così tanto nel Real e al suo primo anno in Italia. Tanto è vero che è passato dall’essere esterno al diventare punta: ha lavorato su tecnica, tattica e fisico. E Ferguson glielo aveva detto. Si arrabbiava tantissimo con lui”. Ronaldo che fa arrabbiare un allenatore? Veramente? “Gli diceva che poteva fare molto meglio di così. Una volta, non ricordo quale partita fosse, stavamo vincendo per 3-0. Cristiano si divorò il quarto gol perché era stato superficiale: Ferguson gli disse che o si è professionisti fino alla fine, o si può già smettere di giocare”. Una strigliata non da poco, gli è servita.

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Silvestre: "Manchester United, un gruppo straordinario"

Ma la sensazione è che a Manchester tutto il gruppo facesse crescere i giocatori. È capitato proprio con Silvestre, che all’inizio aveva il compito di sostituire uno come Rio Ferdinand. Non un’esperienza facile. “Ah, tra i miei riferimenti non posso non citare Roy Keane e Giggs. Giocatori di un livello incredibile. Ma quando arrivai a Manchester venni accolto soprattutto da due persone: Wes Brown e Nicky Butt. Avevo firmato da due giorni, dormivo in albergo. Non potevo giocare in Champions fino a gennaio, allora decisero di venire a trovarmi per portarmi in giro per la città. Mi fecero chiamare dalla reception, chiedendomi di scendere. Io rispondevo solo yes, yes, convinto che sarebbero saliti. Mi hanno aspettato mezz’ora! Ma la colpa è della lingua, a Manchester la pronuncia è difficile...”.

In quella squadra c’erano anche Beckham, Solskjaer e Taibi: un gruppo stranissimo, molto diverso. “Ma bello”, continua Mikael, che adesso fa l’agente dei giocatori dopo una breve esperienza da dirigente proprio del Rennes. Era un ritorno alle origini il suo, ha preferito cambiare strada: la società nella quale lavora gestisce i contratti, tra gli altri, di Coutinho e David Luiz. Lui segue i giovani talenti da portare in Europa. “Dove si continua a giocare il calcio più bello del Mondo”. Esclusa la Spagna, lui ha girato in tutti i campionati più importanti: Premier, Ligue 1, Serie A e Bundesliga (al Werder Brema): “Tutti diversi, tutti difficili. Non chiedetemi del migliore: proprio non lo so. Posso dire quale mi sembra il più divertente, e credo sia la Premier. Ci sono sempre sei squadre che lottano per il titolo e hanno la forza per farlo fino alla fine. Forse non è il più tecnico ma resta difficile fino all’ultimo”.

Giggs_Silvestre_IMAGE.JPG

Tra Manchester e Arsenal ha superato le 400 partite: sa bene quel che dice. Ma chi si aspetta frasi come “sono stato fortunato” sbaglia di grosso. Perché Silvestre è consapevole di quello che ha fatto e come l’ha conquistato. E l’umiltà che ancora adesso dimostra non si maschera dietro alla falsa modestia. Forse è anche grazie a questo atteggiamento che dall’esperienza dell’Inter ne è uscito comunque più forte. D’altra parte, se ti poni un obiettivo, cerchi di arrivare fino in fondo. Lui ce l’ha fatta.

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