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Data: 14/02/2016 -

Micai, da Virgilio al Bari: l’emozione del primo rigore parato non si scorda mai. “Ora credo nella riconferma”

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Alessandro Micai vene da Mantova, e alla nebbia come avversario aggiuntivo con il quale lottare tra i pali ci ha fatto il callo da piccolo. Poi pochi chilometri più a nord verso Varese e un lungo viaggio verso sud direzione Palermo, seguendo le orme del maestro Devis Mangia (“Ha puntato su di me a Varese poi mi ha portato a Palermo e permesso di avere alcune convocazioni in nazionale di Lega Pro. Devo tutto a quest’uomo”), la consacrazione in Lega Pro a Bolzano con il Sudtirol e infine il salto a Bari, ancora con Mangia: una stagione vissuta da terzo portiere alle spalle di Donnarumma e Guarna, 180 minuti tra i pali in coda all’annata e il “salto” a vice-Guarna con Davide Nicola. Dopo sei mesi di apprendistato, complice la squalifica del numero 1 biancorosso, ieri l’esordio-bis, ad Avellino: un rigore parato a Castaldo, prodezze in serie su Arini, Gavazzi, Bastien e Tavano e un 8 in pagella hanno coronato il sabato da urlo del 22enne numero 12. “E’ la prima volta che paro un rigore da quando sono professionista-s piega lui- sono contento di averlo fatto in una partita per noi importante. Faccio parte di un gruppo fantastico che mi ha messo subito a mio agio e spero di averli ripagati con la mia prestazione”. Il rigore? “Ho guardato su internet alcuni video di Castaldo e mi sono fatto un’idea di come poteva calciarli. Anche il nostro preparatore Onesti mi ha suggerito di buttarmi sulla mia destra. Diciamo che mi è andata bene”. Prova che ha un vate d’eccezione: “Ho la fortuna di lavorare con professionisti come Enrico Guarna. Prima di Avellino mi ha detto ‘non sei più un giovane, ormai sei in grado di affrontare queste partite’. Aveva ragione. Era importante non perderla è abbiamo anche avuto la possibilità di chiuderla a nostro favore”. Una parata fondamentale per l’1-1 finale, che Micai dedica allo zio scomparso. “Era un portiere come me, ora non c’è più, in quel momento ho pensato a lui”. Micai fa rima con portieri: anche il papà di Alessandro giocava tra i pali. “Una dinastia? Possiamo definirla così- sorride lui- nessuno di loro purtroppo è arrivato a grandi livelli ma mi hanno sempre sostenuto e dato utili consigli. Ricordo che da piccolo quando perdevo mi mettevo a piangere e loro mi dicevano ‘che dovevo sempre sorridere e pensare alla prossima partita’. Così ora faccio puntualmente ogni sabato”. E se è vero che il ruolo lo ha nel sangue, a confermarlo è anche il suo agente Graziano Battistini, ex numero 1 di Udinese e Bari tra le altre: “Alessandro è un ragazzo di carattere e dalle grandi qualità, ora spero che se ne accorgano tutti- spiega a gianlucadimarzio.com- fare il secondo portiere non è mai semplice, soprattutto se hai davanti un professionista serio e forte come Guarna. Lui ha vissuto con pazienza questa esperienza, ha capito la piazza di Bari e ha aspettato il suo momento. L’ho sentito dopo la partita: era felice ma sereno, e ora come tutti vorrebbe dare il massimo per giocare quanto più possibile. Modelli? Non scomodo paragoni, ma oltre che reattivo tra i pali è anche bravo con i piedi, imposta come un centrocampista. E visto quanto questa qualità è cercata oggi dagli allenatori, direi che parliamo di un portiere moderno. Lui sa che deve continuare a imparare e lavorare così”. Pareggio che ha interrotto la striscia negativa di due partite per il Bari, ma Micai sa che non basta accontentarsi di un solo esame importante, seppur superato a pieni voti. “Non ho avuto grosse esperienze finora quindi questo è stato un test vero-ammette lui-ma è già alle spalle ed ora guardo al prossimo. Spero di aver messo in difficoltà il mister per la prossima partita. Lavoro per farmi trovare pronto. Ora perchè non credere ad una riconferma tra i pali contro il Latina?”. Dalla terra di Virgilio, ecco una candidatura a guida per il Bari. Luca Guerra


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