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Data: 31/03/2016 -

Miami FC, Nesta: "Modelli? Ancelotti, il migliore: dovrò chiamarlo per altri consigli"

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Alessandro Nesta ci prova. Appese le scarpette al chiodo, da due anni l'ex stopper di Milan e Lazio si sta dedicando a una nuova carriera, quella di allenatore. Il progetto dei Miami FC va avanti e Nesta a Maldini non poteva proprio dire no: "Dopo dieci minuti era tutto fatto" - dichiara l'ex difensore azzurro nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport - "Per me Paolo è come un fratello. Per quattro mesi siamo andati in giro dappertutto, ci siamo fatti una cultura sul calcio americano, a cominciare dalle università, i college. Vivo a Miami ormai da tre anni, quindi cominciare qui è bello per me e la mia famiglia. Anche se cominciare in un nuovo Paese, a un livello differente, può essere difficile, ma cercherò di trasmettere la mia esperienza ai giocatori. I proprietari, Silva e Maldini, vogliono vincere subito: non importa se è il primo anno, è quello che vogliono e noi proveremo a riuscirci". Negli Stati Uniti  il calcio è ancora lontano dai primi posti negli indici di gradimento: "Quando arrivi negli USA devi cambiare la mentalità, perché qui è diverso, non hanno la base che c'è ad esempio in Italia, ed è complicato cambiare la tecnica e la tattica. Poi da noi la passione per il calcio ce l'hai dentro: qui arrivano dal college dove ci sono basket, football, baseball... Secondo me non hanno tanta passione per il calcio, ecco: dobbiamo provare a costruirla. Beckham? È il benvenuto. New York, Los Angeles non hanno due squadre? Credo che anche Miami sia grande abbastanza. Beckham ha bisogno di due anni per cominciare, noi quel tempo lo dobbiamo utilizzare per costruire qualcosa di interessante".

L'avvio di una nuova carriera non è stato semplice da metabolizzare: "Si perché è un altro lavoro. Poi come dicevo, farlo in un Paese che non è il tuo, così, non è stato semplice: qui c'è un'altra filosofia calcistica, un'altra lingua, però anche se in pratica devo ancora cominciare posso già dire che si tratta di una bella esperienza. Modelli? Ancelotti per me è come un padre, il migliore. Ho lavorato con lui otto anni, il modo in cui gestisce il gruppo, la tattica, tutto. Dovrò chiamarlo ancora per altri consigli. Ogni volta che arriva in una nuova squadra vince qualcosa, sono sicuro che farà un buon lavoro anche al Bayern. Ognuno ha le sue idee, in partenza, poi credo che sia anche la squadra che te le conferma o te le può far cambiare: devi trovare il modo di esaltare le caratteristiche dei singoli e devi avere anche l'umiltà di accettare e capire che eventualmente possono esserci dei mutamenti rispetto a quanto avevi stabilito all'inizio. Giochiamo con un 4-3-1- 2, col trequartista, ma non si tratta di uno schema fisso, vediamo. A seconda della partita dell'avversario si possono trovare accorgimenti. Ogni tanto perdo la pazienza, mi arrabbio quando vedo cose strane". In chiusura d'intervista si parla di Nazionale: "Io Ct? Ma no. Io adesso sto qui a Miami, imparo e poi vediamo come va. Potrei continuare sempre negli Stati Uniti, vediamo quello che succederà. Siamo appena all'inizio".

 

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