“Il successo non viene solo con la vittoria, ma anche con il desiderio di vincere”. Lo diceva Nietzsche, ma é anche il modo migliore per descrivere il pensiero di Luca Mazzitelli. Testa, idee e obiettivi chiarissimi. Il suo è quello di arrivare in Serie A con il Monza, al momento terzo in classifica e in piena lotta per la promozione.
Luca sa che arrivare tra le prime tre è alla portata e ci crede. “È bello quando i tuoi obiettivi coincidono con quelli della società. Arrivare a Monza è un’occasione che ho colto subito, abbiamo una struttura e un’organizzazione da Serie A. Ora sta a noi conquistarla sul campo”. Traguardo fissato, l’iter è chiaro, ora bisogna solamente seguirlo. Partiamo.
Il Monza in estate lo ha voluto in maniera concreta: sono serviti 3 milioni e mezzo per strapparlo al Sassuolo. “È stata una scelta facile”. Decisione presa in sinergia da Adriano Galliani e Giovanni Stroppa che lo aveva già avuto al Sudtirol e lo conosce bene. Era il 2014 e Luca era un ragazzo alla prima esperienza lontano da casa. Ora si sono ritrovati in biancorosso. “Abbiamo un ottimo rapporto ed è sicuramente un vantaggio lavorare con un allenatore come lui. Io allora ero un ragazzino, ora sono cambiato sotto tanti punti di vista. Mi è sempre piaciuto il modo in cui lavora e lo stiamo vedendo a Monza. Facciamo sempre la partita senza subire mai il gioco avversario”. Questione di approccio e mentalità.
Il viaggio di Mazzitelli è partito da Roma, ha fatto tante tappe, ora è al Monza tra una ricerca di stabilità e sogni da raggiungere. Il più grande si chiama Serie A. Per lui che l’ha toccata prima con la squadra del suo cuore, poi con Sassuolo e Genoa. Da Roma è partito tutto. E quel 18 maggio resterà per sempre un giorno speciale: “Sai che non mi ricordo nulla dell’esordio? Avevo troppa tensione in corpo. Ho fatto una mezz’ora con Garcia, che ringrazierò per sempre. Lui come tutte le persone che sono state con me alla Roma in tutto il percorso, dalle giovanili alla prima squadra”.
Luca è romano e romanista, esordire con la squadra della tua città per cui tifi fin da bambino è una sensazione difficile da descrivere a parole. “Hai detto bene, è impossibile spiegare cosa si prova. Sognavo di giocare all’Olimpico ogni volta che ci passavo davanti con la macchina. E sono riuscito a realizzarlo. Quando ti alleni anche in primavera o negli allievi i giocatori li vedi come dei supereroi e quando ti ritrovi nello stesso spogliatoio non ti sembra vero”. Emozioni. Si sente dalla voce con cui lo racconta.
“Alla Roma sono stato in uno spogliatoio di campioni. Si respirava un clima unico”. Parole sue. Che in mezzo a quei campioni ha realizzato il sogno di giocare con il suo idolo: Daniele De Rossi. “È una persona unica. Quando sono arrivato in prima squadra lui mi ha fin da subito fatto sentire parte del gruppo. Già il fatto che sa come ti chiami non è scontato. Poi non solo con me ovviamente, ma con tutti i ragazzi giovani. Dal mio punto di vista è stato speciale perché giocava anche nel mio ruolo e l’ho sempre ammirato da tifoso. Ma non ti parlo solo del De Rossi in campo, ma anche e soprattutto dell’uomo. Ci sentiamo ogni tanto, è sempre super disponibile”. Punto di riferimento. Da sempre.
Luca viene descritto come un romano atipico. Silenzioso, di poche parole e che non ama stare sotto i riflettori. Anche se una volta, in sede di mercato, si è trovato al centro di una storia da film. Lo scenario? Un cinema. In ballo la trattativa che nel 2016 lo stava portando a Sassuolo nelle ultime ore di mercato. Ma lui non si fa trovare, irraggiungibile. “Ero con tre compagni a vedere The Revenant, il film con Di Caprio, e in sala non potevo rispondere. Quando mi ha scritto il team manager del Brescia ho capito che si trattava di una cosa importante”.
Tanti saluti a Di Caprio e si vola in sede a firmare. “Ho avuto un sacco di ansia di non fare in tempo. Il film, ti dirò, non era nulla di che. Non penso che lo rivedrò”. Sorride. Anche se in extremis e a pochi minuti dal gong finale. Un po’ come è successo domenica scorsa, in cui ha realizzato nel recupero il rigore decisivo contro il Frosinone di Grosso. Palla all’angolino e terza vittoria consecutiva raggiunta. Stesso copione, stesso sorriso. In attesa di essere protagonista di un altro film, che si chiamerà promozione.