"Questo è l'ambiente ideale per me, l'ho percepito quando sono venuto a giocare contro il Torino”. Walter Mazzarri alla sua presentazione granata è stato chiaro. Oggi alla sua prima sulla panchina del Toro ancora di più. Chiarissimo. Fuori Mihajlovic e dentro l’ex Watford: 3-0 al Bologna nell’esordio perfetto. “Non sono tipo da fare grandi proclami, amo fare i fatti e non le parole”. Ed eccone la dimostrazione.
Mazzarri e “il fuoco dentro”
“Se sono rientrato è perché ho sentito di nuovo il fuoco dentro. Finché allenerò sarà sempre così, altrimenti smetto”. Lecito aspettarsi ciò da un n leone in gabbia, figuriamoci dopo qualche mese senza allenare. Da uno “antipatico perché sono serio” ma che “non stacco mai. Mai. Il cervello va ogni volta lì, sulla squadra. So che è difficile starmi vicino. Mi consigliano di distrarmi ma niente, non ci riesco”. Anche quando “mi lavo i denti. magari sono in bagno e mi viene in mente qualcosa, allora un messaggio vocale a Frustalupi, così sono tranquillo”. Chissà quanti vocali via Whatsapp avrà ricevuto lo storico vice in questi giorni freschi di nuova avventura. Vulcano di idee per il suo Toro, Mazzarri. Partendo magari da un cambio di modulo verso quella difesa a 3 tanto cara all’allenatore toscano, nonostante oggi non ci sia stato il tempo materiale per proporla: “Ho usato il modulo già utilizzato dall'allenatore precedente perché ho avuto la sensazione che questi ragazzi siano davvero intelligenti, il 4-3-3 lo avevo usato anche a Watford e mi piace tanto. Ogni allenatore ha il suo credo e magari i movimenti possono essere diversi, ma i moduli non sempre sono importanti”, ha dichiarato Mazzarri nel post partita ai microfoni di Sky. Anche grazie alla sosta potrà raggruppare e mettere in pratica tutte le idee con totale serenità dopo questo avvio incoraggiantissimo: "Sono contento, è chiaro, chi mi conosce sa che per me cambia l'umore, una vittoria o una sconfitta cambia tutto. Ringrazio il presidente per la fiducia, per le belle parole e per come stanno andando bene le cose in questi pochi giorni. I ragazzi sono stati bravi perché sono stati sempre compatti e aggressivi e poi hanno cercato di giocare sempre a calcio, questo si è visto. Speriamo che si continui così dopo la sosta".
Il Niang ritrovato
Il primo che potrebbe giovare della cura Mazzarri sembrerebbe quel Mbaye Niang in gol oggi, richiesto e ottenuto dall’allenatore nella scorsa stagione al Watford (dove realizzò 2 gol e 2 assist in 16 presenze) e ritrovato ora al torino. "Lo conosco, è un bravo ragazzo. Sa che deve lavorare sulla sua convinzione, non offre il 100%. In Inghilterra ad un tratto ha fatto bene, ora è arrivato il momento che deve capire sin dagli allenamenti durante la settimana che deve tirare fuori tutte le sue potenzialità”, aveva dichiarato Mazzarri sempre alla sua presentazione. Ribadendolo nel post partita rafforzando il concetto: “Ha potenzialità pazzesche che nemmeno lui forse sa di avere. Basta che si alleni e abbia sempre la corrente attaccata, tirando fuori il 100% anziché il 70%. Potrà farà una carriera fantastica”. Un’occasione ghiotta per l’ex Milan alla ricerca, finalmente, di quell’esplosione tanto auspicata e non ancora palesata.
La certezza Iago Falque
Allenatore a parte, la certezza del Torino si chiama Iago Falque. Dopo i 12 gol e 8 assist nella scorsa stagione, già 8 reti e 2 assist in questa. Mostruoso, Iago. Pronto a caricarsi il Toro sulle spalle in attesa di un gallo Belotti finora sfortunato per via dei numerosi problemi fisici. Il 28enne cresciuto nel Barcellona col mito di Rivaldo e tifoso da sempre proprio dei blaugrana, nonostante l’esperienza nella Primavera bianconera, è entrato prepotentemente nei cuori granata grazie ad un grande senso di appartenenza e umiltà: “Ho voluto studiare meglio la storia granata e prendere confidenza con i nomi: da Mazzola in giù, perché la storia è ciò che resta della passione per una squadra. Torino poi è bellissima e mi trovo benissimo: dal primo giorno in cui sono arrivato i tifosi mi hanno accolto in maniera speciale, non ho mai sentito la stima che sento qua. Loro apprezzano molto quei giocatori che corrono e danno tutto sul campo come me: nel bene o nel male in campo lascio tutto quello che ho. Cerco di essere un professionista perché il calcio è un lavoro ma molto più pagato di altri e questo non devo dimenticarlo mai”. Indipendentemente dal possibile cambio di modulo, Mazzarri ha iniziato la sua avventura granata con una certezza: Iago Falque. Uno che, come lui, alle parole predilige i fatti. Come dimostrato chiudendo il match di oggi nell’esordio perfetto di Walter Mazzarri.