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Data: 06/10/2018 -

La rinascita di Mattiello: "Nonna mi tagliava i pantaloni dopo l'infortunio. Per la Juve ho lasciato il tennis"

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L'8 marzo 2015 il primo brutto infortunio contro la Roma, qualche mese più tardi il secondo e quasi 12 mesi ai box. Tre anni dopo il primo gol in Serie A, proprio contro la Roma con il Bologna: viaggio nella rinascita di Federico Mattiello
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L'8 marzo 2015 il primo brutto infortunio contro la Roma, qualche mese più tardi il secondo e quasi 12 mesi ai box. Tre anni dopo il primo gol in Serie A, proprio contro la Roma con il Bologna: viaggio nella rinascita di Federico Mattiello

“Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio”. La frase è di Jim Morrison ma ad averla applicata nella vita è stato Federico Mattiello, l’esterno classe ’95 del Bologna. Tre anni fa, infatti, la sua carriera poteva interrompersi dopo due brutti infortuni. Il primo nel marzo 2015, quando vestiva la maglia del Chievo, in un contrasto di gioco contro Radja Nainggolan (all'epoca nella Roma, ndr) si procurò una frattura della tibia e del perone della gamba destra.


La stessa che subì una ricaduta qualche mese dopo in allenamento. “Sono tornato in campo troppo presto e mi sono rifatto male e tra una cosa e l’altra sono stato fuori almeno un anno” ricorda Mattiello intervistato in esclusiva da GianlucaDiMarzio.com a Casteldebole, centro sportivo del Bologna.E’ stato un periodo lungo e difficile, che però mi ha aiutato a crescere sotto l’aspetto mentale ed è un’esperienza che mi tengo stretto. Non ho mai pensato di smettere, non potevo permettere ad un infortunio pur grave che sia di far finire tutto. La prima volta non pensavo neanche fosse possibile farsi male in quel modo, ma anche i dottori sono stati importanti perché mi hanno sempre fatto credere che sarei tornato al 100%”.

"LA NONNA MI TAGLIAVA I PANTALONI..."

L’esterno rossoblù non si è mai arreso, dimostrando di saper superare un momento così complicato con grande spirito e anche un pizzico di ironia, grazie anche all’appoggio fondamentale dei suoi familiari. “Mia nonna mi tagliava i pantaloni, me li modificava per permettermi di indossare una gabbia sulla gamba, che mi avevano messo al posto della solita placca per recuperare dall’infortunio”- riesce a sorridere Federico ricordando quei momenti – “I miei familiari sono stati importantissimi in quei momenti, non hanno mai smesso di farmi sentire il loro supporto. Un infortunio fa parte del gioco, devi semplicemente metterti l’anima in pace e curarti e poi prima o dopo arriva il modo di rimetterti in campo”.

E il modo è arrivato a poco più di tre anni dal primo infortunio, proprio contro la Roma, ha siglato il primo gol da professionista: una rete dal profumo di rinascita. “E’ stato bello segnare il mio primo gol in Serie A: segnarlo contro una grande squadra come la Roma fa più ancora più parlare. Mi sono preso una rivincita con il destino”.



"ORSOLINI? UNA MASCOTTE! AL BOLOGNA PER INZAGHI"





Famiglia e calcio, pochi vizi e pochi social. Mattiello è un ragazzo semplice e riservato che cura ogni dettaglio della sua vita. Per i vizi c’è spazio solo durante le soste. "Quando la stagione è in corso e ci sono degli impegni da rispettare, durante la settimana sono attento a condurre una vita sana fuori dal campo, magari mi concedo qualche cena con i compagni, ad esempio con Riccardo Orsolini, con il quale ho legato molto ma anche tanti altri giocatore del Bologna”. E proprio di Orsolini, Mattiello, ci racconta il suo lato burlone. “Orsolini è una mascotte, è quello che paga più cene a tutti, quando segna un gol o per i suoi tanti ritardi”.

La grande attenzione, quasi maniacale, dell’alimentazione e dello stile di vita di Federico vi avrà riportato alla mente quella del suo allenatore Filippo Inzaghi, con il quale ci racconta di avere un ottimo rapporto. E’ lui che mi ha voluto e cerco di ripagarlo in campo tutte le domeniche. E’ Importante avere un allenatore come lui perché si vede che se ne intende e che sa di calcio”, prosegue Mattiello. E proprio sul modulo utilizzato da Inzaghi, ci svela una curiosità tecnica: “Il mister gioca con il 3-5-2 e mi va bene, però sarei più adatto e mi troverei meglio in una difesa a 4, in modo da partire da dietro e vedere tutta la fascia davanti magari con un altro compagno con il quale condividere la fascia”.

"PER LA JUVE HO LASCIATO IL TENNIS: TIFO FEDERER, IL MIGLIORE"




Ma non tutti sanno che Federico Mattiello, oltre ad essere un campione con il pallone tra i piedi lo è anche con la racchetta in mano. Da piccolo si divideva in entrambi gli sport con ottimi risultati. Avrebbe potuto avere un futuro brillante anche nel tennis ma la chiamata nel 2009 della Juventus gli fece scegliere la strada da percorrere. “Quando la Juve chiama è difficile dire di no. Ho scelto il calcio, anche perché rispetto al tennis che mi avrebbe portato a viaggiare per il mondo da solo in giovane età, mi permetteva di essere più protetto. Il tennis, però mi ha insegnato molto. Ero abbastanza bravo, facevo tornei in giro per l’Europa. Continuo a seguirlo ancora oggi e in assoluto il tennista migliore per me è Roger Federer”, racconta Mattiello.

Il tennis dunque continua ad avere uno spazio privilegiato nella sua vita, ma ora è tempo di pensare al campo e alla prossima sfida in trasferta contro il Cagliari, sulla quale Federico è molto concentrato. “La squadra sarda gioca bene, l’allenatore Maran lo conosco (Federico lo ha avuto quando vestiva la maglia del Chievo nella stagione 2015/2016, ndr) - ha delle idee di gioco ben precise, soprattutto in casa è un avversario ostico e stiamo preparando la sfida al meglio per fare il massimo possibile”. Perchè il massimo è quello a cui punta sempre Federico, un ragazzo che non ha mai smesso di crederci nonostante gli infortuni e i momenti difficili: la sua rivincita col destino è appena cominciata.




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