Il Sassuolo ha vinto 4-2 contro la Juventus nell'ultima giornata di Serie A. Delle quattro reti, per, non è arrivata nessuna notifica con il nome di Matheus Henrique. Il centrocampista brasiliano non è mai stato un calciatore da prima pagina, anzi. Meglio dirigere i ritmi di una squadra dietro le quinte, come un direttore di scena.
Sassuolo, la storia di Matheus Henrique
Un carattere forgiato nelle favelas di Paradas de Taipas, a nord di San Paolo in Brasile, dove è cresciuto. Uno di quei luoghi in cui essere al centro dell'attenzione non è certo d'aiuto. Tra droga e criminitià Matheus ha scelto il calcio: dal primo provino con il Nacional di San Paolo sotto la pioggia fino alla prima partita con la nazionale verdeoro ne ha fatta di strada.
Prima la Fluminense e poi il Gremio intravedono in lui del potenziale ma viene scartato troppo presto oltre a essere schierato come terzino. Per qualche mese si ritrova senza squadra ma ritrova il sorriso grazie al Sao Caetano, diventando Matheus Henrique per davvero. Già, prima il nome scritto sulla maglia era Matheusinho.
Il Gremio capisce di aver sbagliato previsioni e lo riporta in squadra: viene aggregato alla squadra di transizione, un limbo tra il settore giovanile e la prima squadra, ma poco tempo dopo è sempre titolare con i "grandi". Alla prima stagione lega con Arthur Melo, all'epoca paragonato a Xavi e passato al Barcellona per 31 milioni. Il centrocampista oggi alla Fiorentina torna in un'altra tappa fondamentale per Matheus Henrique: nel 2019 debutta con il Brasile entrando al suo posto in un'amichevole contro il Senegal.
Con la Seleção vince anche la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo, proprio nel periodo in cui il Sassuolo se lo assicura dal Gremio. Dopo due anni in Serie A e 62 presenze con i neroverdi, però, non ama ancora essere sotto i riflettori. C'è solo un piccolo problema, anche senza gol tutti stanno cominciando ad accorgersi delle sue geometria per la sceneggiatura di campo.