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Data: 14/09/2018 -

A tu per tu con Donati: “La mia Scozia e gli errori al Milan. Riparto dalla panchina"

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Massimo Donati si è ritirato e adesso studia per diventare un allenatore di successo. Oggi vive in Scozia dove ci ha aperto le porte del suo nuovo mondo: tra passato, presente e un futuro tutto da scrivere
Massimo Donati si è ritirato e adesso studia per diventare un allenatore di successo. Oggi vive in Scozia dove ci ha aperto le porte del suo nuovo mondo: tra passato, presente e un futuro tutto da scrivere
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DONATI E GLI ERRORI AL MILAN: “MI SENTII ARRIVATO E MOLLAI. NONOSTANTE MALDINI…”

Carriera in panchina in rampa di lancio, quella da calciatore invece appartiene ormai al passato. “Un voto complessivo alla mia carriera? 6.5, potevo fare di più”, ammette Donati. Uno a cui non “piace guardare al passato, ma se mi viene chiesto allora ammetto che ho commesso qualche errore di gioventù”. Uno su tutti, forse quello più ‘grave’: “Arrivai al Milan troppo giovane, avevo solo 20 anni. Quella era una squadra top in tutti gli aspetti, dal campo alla società, e io non ero mentalmente pronto per una realtà così grande.

Ritrovarmi dal paesino a San Siro, un sogno che però ho subìto. Magari se avessi indossato il rossonero tre o quattro anni più tardi tutto sarebbe stato diverso… Questo forse è l’unico rimpianto della mia carriera: al Milan mi sentii arrivato, mollai mentalmente. Eppure in quella squadra c’erano Maldini e Costacurta che erano degli esempi pazzeschi, si allenavano in un modo incredibile. Ancelotti in panchina, Pirlo e Gattuso in campo e… nello spogliatoio: Andrea e Rino erano tra i più divertenti, quante gag e risate”, prosegue Donati.


L’ESPERIENZA AI CELTIC: “TRA LE PIÙ BELLE DELLA MIA VITA”

Donati che ne luglio del 2007, dopo un lungo girovagare in giro per l’Italia sempre in prestito (“Mi sono trovato bene ovunque, da Messina a Bari, passando per Palermo e Bergamo. Ho ricordi splendidi di tutte le città in cui ho giocato, tranne Torino. In quei sei mesi trascorsi in maglia granata non andò benissimo”), ha lasciato il Milan e la Serie A per trasferirsi in Scozia ai Celtic Glasgow.

La svolta della sua carriera: “Esperienza bellissima, tra le più belle della mia vita. Respirare l’atmosfera del Celtic Park è qualcosa difficile da spiegare: i tifosi sono fantastici, ti danno una carica pazzesca. Qui ho fatto gol importanti, ho giocato anche in Champions: il massimo, emozioni incancellabili”. Amore viscerale e ricambiato con tutto l’ambiente: “Ancora oggi quando posso seguo i Celtic, a volte vado anche in curva per fare il tifo per loro”, ammette Donati.





DONATI: “MESSINA-BARI IN D? FA MALE. MA GIÀ AI MIEI TEMPI…”

Donati che domenica pomeriggio, nonostante gli impegni lavorativi, chiederà il risultato di Messina-Bari, big match della prima giornata di… Serie D. “Fa male, lo ammetto. Mi spiace molto, sono due piazze incredibili con delle tifoserie caldissime. A Bari credo che purtroppo si è arrivati a questa situazione per via di una gestione sbagliata e già quando ci giocavo io c’era qualche sentore di quello che poteva succedere; a Messina invece penso che in passato sia stato fatto il ‘passo più lungo della gamba’.

In generale, vedendo purtroppo tutti i fallimenti di questi ultimi anni, penso che il problema sia di fondo: manca la giusta organizzazione, i controlli sui club. Va cambiato qualcosa e anche rapidamente”. Perché, nonostante il presente in Scozia, la sensazione è che nel futuro di Massimo Donati – presto o tardi che sia – ci possa nuovamente essere l’Italia. Questa volta in panchina e senza errori di gioventù del passato.

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