Giuseppe Marotta è stato uno dei tanti protagonisti al Festival dello Sport organizzato dalla Gazzetta dello Sport a Trento. L'amministratore delegato dell'Inter ha raccontato diversi anedotti e non solo.
Le parole di Marotta al Festival dello Sport
"Possiamo giocare da protagonisti, è nella storia di questo club. Qualche risultato no è arrivato ma contano le prestazioni viste fino a questo momento, che lo definisco positivo. In una stagione ricca di impegni, senza contare le Nazionali che in questa sosta ci hanno convocato 18 giocatori, è normale che ci siano dei cali di tensione che dobbiamo gestire nel modo migliore. Siamo altamente competitivi per lo scudetto, lo abbiamo dimostrato. È la miglior rosa dell'Inter da quando sono qui. È quasi più difficile vincere il campionato che la Champions perché si tratta di una corsa a tappe. Alla fine dei conti arriva primo sempre chi ha meritato", ha esordito così Marotta.
Il dirigente nerazzurro ha continuato parlando della possibilità di vincere la seconda stella: "Nello sport essere ambiziosi non è un difetto ma un pregio. Tenere l'asticella alta è uno stimolo per tutte le componenti societarie. Chi come me guida la gestione della squadra deve trasmettere questo concetto".
Marotta ha poi proseguito dicendo la sua sul caso Romelu Lukaku: "Sono dinamiche di cui non ci dobbiamo spaventare. Ormai fa parte del passato Lukaku, quando si vive un rapporto di fiducia si può passare a una forte delusione soprattutto in uno sport dove il dio denaro fa da padrone. Ora guardo il futuro. È liberissimo di dire quello che vuole, ci mancherebbe. La decisione di accettare o meno la proposta dell'Inter non va dietro a un momento ma a un rapporto costruito nel corso degli anni di grande rispetto e riconoscenza da parte nostra. Abbiamo la coscienza a posto, è una polemica sterile sulla quale non vogliamo cadere".
Per quanto riguarda invece il calcio arabo: "I nostri campionati rischiano di impoverirsi perché vanno a pescare giovani talenti e non giocatori in pensionamento. Questo mette in difficoltà la vendita dei diritti televisivi del nostro campionato, che rappresenta la maggior entrata per ogni club".
Passando poi al capitolo Nazionale, Marotta ha sottolineato: "Sono rimasto un po' amareggiato dalla situazione, non immaginavo Mancini ci abbandonasse. Allo stesso tempo ho colto con grande orgoglio e soddisfazione l'arrivo di Spalletti. È stata una scelta positiva, l'ho visto molto carico e partecipe con quei sentimenti nazionalistici che deve avere l'allenatore della Nazionale. Conosco i guadagni del CT e l'ha fatto quasi per passione, visto che ha guadagnato molto di più nei club".
Pianificazione e sostenibilità, due parole chiave per il dirigente nerazzurro: "Il percorso è stato corretto alla luce del cambiamento del calcio globale. È stato introdotto il concetto della sostenibilità. Avere a disposizione un budget per poter allestire una rosa competitiva è rilevante. Un conto è risparmiare, un altro è ridurre il monte ingaggi nell'allestire una squadra".
Come ha scelto l'Inter? Marotta svela il curioso retroscena: "Si stava chiudendo un ciclo con la Juventus, cosa fisiologica nello sport. Dopo l'annuncio che feci post partita con il Napoli mi arrivò un messaggio di Zhang solo che non avevo salvato il numero. Ho chiamato in causa Urbano Cairo, che so che sono amici, per chiedergli conferma. Da lì ho dato il via libera a organizzare un incontro che si è rivelato molto positivo. La proprietà Zhang appoggia molto il concetto di delega, che è fondamentale nello sport. Devo ringraziare anche Ausilio che è un compagno fondamentale di viaggio nella gestione della società e nel seguire la cultura della vittoria e il senso di appartenenza. Ricordo la cessione di Icardi a 50 milioni in un momento in cui aveva perso un po' di appeal. Rimpianti? Forse solo la finale di Istanbul ma fa parte del percorso di crescita di questa società. Abbiamo cambiato 12 giocatori mantenendo uno zoccolo duro di italiani. Con orgolio posso dire che contro Malta tra campo e panchina ci saranno 6 giocatori nerazzurri".
Onana potrà tornare all'Inter? Marotta risponde: "Ci sta tutto nel calcio, anche se i cavalli di ritorno non hanno sempre dato risultati positivi. È stata un'esperienza importante sia per lui che per noi, che ci ha permesso di fare un'operazione economica importante".
Su Thuram e Frattesi: "Thuram ha deciso lui di venire all'Inter nonostante avesse altre offerte. Lui ha ponderato quale potesse essere la società migliore e credo che il ruolo del papà abbia influito. Ma abbiamo ricevuto anche altre richieste da parte di giocatori che volevano venire da noi. Frattesi? Il mio aiuto è stato avere un buon rapporto con l'ad del Sassuolo. Anche quando poi ho presentato l'investimento alla società, ho ricevuto da loro paletta verde".
Sul mancato arrivo di Scamacca: "Per lui abbiamo iniziato una negoziazione ricevendo una prima disponibilità da parte del giocatore. Poi è arrivata all'Atalanta che ha valutato più utile alla sua crescita. È una scelta che lui ha fatto e noi abbiamo rispettato".
"Aver visto un ragazzino arrivare a zero da noi e poi diventare subito protagonista rappresenta per noi un motivo di orgoglio. La sua cessione allo United è stata un'operazione straordinaria dal punto di vista manageriale", ha dichiarato l'ex dirigente della Juve su Pogba.
Riguardo al caso scommesse: "Non voglio entrare nel merito a una situazione che è frutto di indagini. Credo che lo scommettere sia un vizio antico del genere umano. Il calciatore professionista fa parte di quella categoria di sportivi particolare: diventano ricchi improvvisamente e hanno tantissimo spazi vuoti nella giornata. Spesso ci sono mancanze di valori in questi giovani che vanno aiutati a crescere. Faccio mea culpa in quanto dirigente, la nostra classe è mancata. Di fronte a un cambiamento generazionale manca l'attività che previene a questo perché ciclicamente succede nuovamente".