Uno sguardo al Sudamerica. Il Milan osserva il fútbol latino e due suoi migliori giovani: un brasiliano e un argentino, un 9 e un 10.
Il brasiliano è Lincoln Corrêa. Viene dallo stato dell’Espírito Santo, immediatamente a nord rispetto a quello di Rio de Janeiro. E da bambino nella capitale carioca era solito andarci tre volte l’anno con dei viaggi organizzati dalla squadra di Feu Rosa, il quartiere di Serra da dove proviene il ragazzo: durante uno di questi viaggi a Rio all’età di 10 anni giocò un’amichevole contro il Fluminense in cui impressionò i dirigenti del Flamengo che lo chiamarono per fare un provino pochi mesi più tardi. E così a soli 10 anni si trasferì a Rio per giocare nel club più popolare del Brasile e lasciò la famiglia, comunque presente nei momenti importanti della sua vita tanto che quando gli venne comunicato il suo passaggio in prima squadra la prima cosa che fece fu correre a casa per abbracciare e ringraziare la madre e il padre.
La sua reputazione se l’è costruita nelle giovanili del Fla e con le nazionali inferiori del Brasile: lì assieme all’altra grande promessa brasiliana Vinícius Júnior ha segnato e vinto tantissimo tanto da meritarsi l’interesse non solo del Milan ma anche di top club europei come Real Madrid, Barcellona e Atlético Madrid. Nelle giovanili ha sorpreso la sua capacità di giocare con la squadra, dote non indifferente per uno che fa il centravanti, e infatti non ha avuto problemi a trovare il giusto feeling con i compagni. I problemi sono invece arrivati in prima squadra con l’allenatore colombiano Ruedavisto che i due parlano lingue differenti: in questo le traduzioni del compagno di squadra Cuéllarsono state fondamentali.
L’argentino invece è Gonzalo Maroni, la più grande promessa del Boca Juniors. È cordobese come l’altro gioiello xeneize, Cristian Pavón, ma soprattutto come Paulo Dybala. Sì, perché proviene dal barrio di Alta Córdoba, la parte cittadina dove risiede l’Instituto, il club tifato da tutta la famiglia Maroni e da cui proviene il 10 bianconero.
E infatti Dybala è un grande idolo di Maroni che ha cominciato la sua carriera proprio con la maglia de La Gloria. I due si sono conosciuti anni fa in un’amichevole di beneficenza tra Instituto e Newell’s organizzata proprio dallo juventino. E Maroni, dopo essersi scattato una foto con lui, ha dichiarato di essere fortemente emozionato e di voler fare una carriera simile a quella di Dybala.
I presupposti sembrano esserci anche perché il giovane talento del Boca Juniors è uno abituato a fare colpo in pochissimo tempo: con l’Instituto giocò una sola partita amichevole contro l’Atlético Tucumán prima di far innamorare i dirigenti del Boca; poi una volta approdato a La Bombonera trovò uno splendido gol alla sua seconda presenza complessiva, la prima da titolare. Un momento molto emozionante tanto che il padre dichiara di non ricordare nulla dei 15 minuti successivi alla prima rete di Gonzalo.
Come detto sogna di essere come Dybala ma c’è chi giura che i suoi colpi ricordano quelli del PayasoAimar, forse il calciatore più odiato dalla tifoseria del Boca, o di Pastore, cordobese come lui ma cresciuto nel Talleres, una delle altre due squadre cittadine.
Lui è maggiorenne da poco, Lincoln lo sarà solamente a dicembre. Entrambi però già da adesso vengono osservati con attenzione dal Milan.
Simone Gamberini - Tre3Uno3