Un panchinaro da 26 milioni di euro: questo è oggi Mario Götze, a esattamente sette anni dal suo esordio assoluto in Bundesliga. Perchè se Löw gli dà fiducia in nazionale, Tuchel, sebbene lo difenda strenuamente, al Borussia Dortmund lo considera ancora un Joker, come dicono in Germania, ovvero un sostituto che può cambiare le partite. Nel prossimo weekend, contro l'RB Leipzig, il talento tedesco si sederà probabilmente in panchina, nonostante in nazionale abbia giocato 160' e sia totalmente recuperato dall'infortunio. Dopo un difficile triennio al Bayern Monaco, dunque, il classe 1992 non sembra trovare pace.
Le chiacchiere sono state tante, spesso la colpa attribuita a Pep Guardiola. Ma, visto il rendimento in questo inizio di stagione, la situazione potrebbe anche rovesciarsi. Linea appoggiata anche da Alfred Draxler, editorialista della BILD, che lo ha definito un "mistero". Il BVB ha provato l'azzardo riacquistando il suo gioiello, ma ora ha bisogno di garanzie. Dembele, Kagawa e Schürrle sono davanti a Götze nelle gerarchie giallonere e i tempi migliori sembrano ben lontani. Ora - differentemente da quanto succedeva in Baviera - ha anche un ruolo, lo stesso che gli aveva costruito Jürgen Klopp nel suo 4-2-3-1. Dove sta, quindi, il problema?
O meglio: esiste un problema? E se, oggi, Mario Götze fosse questo? Difficile accettare una teoria così radicale, ma le prestazioni degli ultimi tempi parlano chiaro. Anche la situazione psicologica del 24enne sembra essere molto fragile. Oltre ad avere sul groppone la responsabilità di recuperare due-tre anni di carriera, si ritrova ormai quotidianamente schiacciato dalla critica. L'ultimo ad andarci giù pesante è stato Jens Lehmann, che dopo Norvegia-Germania ha gettato ulteriore benzina sul fuoco: "Mi sembra come se a Mario non importasse di quello che sta facendo. Il suo atteggiamento è sbagliato, in campo non fa praticamente niente". Che il campo possa parlare, allora. Magari nel prossimo futuro, non appena Götze ritroverà la giusta fiducia.