C’eravamo tanto odiati. Un po’ per colpa mia, ma anche tu ci hai messo del tuo. Ora basta, ricominciamo: anzi, dimentichiamo. Perché anche nel calcio l’orgoglio è bene metterlo da parte. Per credere, domandare a Yayà Touré. E così, nel ‘super saturday’ di Premier League, la stella ivoriana è tornata a brillare. Il centrocampista del Manchester City il campo non lo vedeva dal 24 agosto, data del preliminare di Champions League contro la Steaua di Bucarest. Poi, basta: oggetto non identificato. Il motivo? Incompatibilità con Guardiola. Il bollente arrivo di Pep sulla panchina del City si è trasformato subito in una guerra fredda col numero 42. Perché "se Pep vuole la guerra, allora l’avrà". Parola di Yaya, col patrocinio del suo agente, il sig. Dimitri Seluk. Gelo totale, dunque. Galeotta fu l’esclusione dell’ivoriano dalla lista Champions League. Un affronto terribile, nel suo ultimo anno di contratto col City.
La tribuna, però, porta consiglio. Intanto Guardiola è irremovibile: o Touré non chiede scusa per le parole del suo agente, o con me non gioca. Prendere o lasciare, ecco la legge di Pep. Ma il 4 novembre va in onda il colpo di scena: “Vorrei scusarmi a nome mio per le incomprensioni del passato con tutto lo staff manageriale”. Yaya si è pentito. Una nuova vita ha inizio. Già, ‘scusa’ è la parola magica. E Pep mantiene la promessa. Intanto, all’indomani dell’ammenda, il City pareggia col Middlesbrough: ma l’ex Barcellona la partita la vede ancora da casa. Sarà l’inizio del purgatorio. Yaya deve dimostrare in allenamento, e dà l’impressione di bagnare la maglietta di sudore. E oggi l’ora è giunta.
Segni particolari: se sbaglio, chiedo scusa. Ma se gioco, segno. Sì, questo è Yaya Touré. Superata la pausa delle nazionali, il City bussa in casa del Crystal Palace. Guardiola disegna il 4-1-4-1: in mezzo al campo, vicino a De Bruyne, c’è un gigante 188 centimetri. Madley fischia l’inizio, passano 39 minuti, e il City stappa la partita. Destro arrotato di magia sotto la traversa. Segna proprio lui, sbam: Yaya. Ma la ripresa eclissa gli Sky Blues: Wickham ricuce lo strappo. Parità, fino all’83: perché le colpe sono fatte per essere espiate, lo sa bene Touré. L’ivoriano si smarca, raccoglie un corner, e segna a porta vuota. Delirio. Il pomeriggio della redenzione si trasforma nel miracolo di Yaya. Grazie alla sua prodigiosa doppietta, il City raggiunge il Liverpool in testa alla Premier League. Il gigante, da reietto, ritorna eroe: poi stremato esce dal campo. Guardiola non ha più cambi a disposizione, ma poco importa: questo Touré è meraviglioso. Pace fatta, vittoria City.
Di Edoardo Colombo