Un futuro tutto da scrivere, il Milan e Paolo Maldini che potrebbero ritrovarsi. O forse no? Ancora molto distanti le posizioni del club rossonero e dell'ex capitano, che in questi giorni ha più volte incontrato il nuovo ad Marco Fassone. Proposta importante quella ricevuta da Maldini, con il Milan che - come raccolto da Peppe Di Stefano e Alessandro Alciato di Sky Sport - ha offerto il ruolo di direttore tecnico. Non solo, Maldini, al pari di Mirabelli, fungerebbe anche da braccio destro di Fassone nell'area sportiva, oltre ad entrare in tutte le commissioni internazionali e a rappresentare l'uomo di raccordo tra la società e l'allenatore Montella.
La posizione dell'ex capitano, però, sembrerebbe irremovibile. Maldini vorrebbe rimanere autonomo, mantenendo un ruolo 'alla Leonardo' al PSG. A meno che l'ex difensore rossonero cambi idea nei prossimi giorni e ridimensioni le proprie mire, il 'no' al momento sembrerebbe quasi certo. L'alternativa per lo stesso ruolo era rappresentata da Alessandro Costacurta, che di fatto si era autoescluso. Qualora venisse contattato invece Massimo Ambrosini, la proposta sarebbe per un ruolo minore, una sorta di club manager in stile Stankovic all'Inter. Nuovo appuntamento tra Fassone (che dovrebbe partire per la Cina nel weekend della ripresa del campionato) e Maldini nei prossimi giorni, ma la decisione sembrerebbe ormai presa: le strade dei rossoneri e dell'ex capitano sembrano allontanarsi sempre più.
Lo stesso Maldini ha poi parlato a Sky Sport 24: “Vedo che il mio nome un po’ troppo spesso viene tirato in ballo attraverso notizie false, o quantomeno non verificate - ha detto -. E’ vero che ho incontrato Fassone e Mirabelli a casa mia, e mi è stato detto che l’obiettivo della nuova società è quello di riportare il Milan, in cinque anni, fra i top club del mondo. Quindi, a questo proposito, la mia storia di uomo e di calciatore del Milan mi impone di capire fino in fondo le idee della nuova proprietà, i loro progetti e come pensano di agire. Ho bisogno di sentirmelo dire direttamente da loro per un motivo di coerenza: se ci devo mettere la faccia, il cuore e la passione – perché so come sono fatto, lavorerei 24 ore su 24, 365 giorni all’anno per la causa – lo voglio fare per un progetto realmente serio. Sono pronto a stravolgere la mia vita, non sono io ad avere cercato il Milan ma loro ad avere cercato me, quindi ritengo giusto che io possa parlare con la nuova proprietà prima di prendere una decisione definitiva. E’ una questione di principio e di giustizia”.
“Si è detto di una mia richiesta elevata a livello economico: non ho fatto alcuna richiesta in tal senso - ha continuato Maldini -. Si è detto di alcune condizioni che avrei dettato: semplicemente ho fatto presente che se mi dovesse essere affidata l’area tecnica, sarebbe giusto che io potessi prendere delle decisioni, ed eventualmente sbagliare, in autonomia. E questo non vuol dire bypassare il ruolo di Fassone. Si è detto della mia inesperienza: mi sento di affermare che a livello tecnico di esperienza ne ho, e deriva da una vita trascorsa sul campo con la maglia del Milan, che continuo a considerare non come una seconda pelle, ma come la mia prima e unica pelle. Vorrei che una cosa fosse chiara, senza generare alcun tipo di fraintendimento: qualunque decisione io prenderò, lo farò solo ed esclusivamente per il bene del Milan. E se alla fine dovessi far parte della nuova società, vorrei che i contatti con la proprietà, ovviamente condivisi con Fassone, fossero continui e costruttivi, non servirebbe sentirci solo una volta ogni tanto. Se si deve tornare al top, lo si deve fare tutti insieme, all’interno di un progetto condiviso. Si è anche detto che la mia risposta negativa è già arrivata: semplicemente, al momento, non sono d’accordo con il ruolo che mi è stato prospettato. Chiedo rispetto, un rispetto che penso di meritarmi”.