Sempre leader, sempre pronto a dirigere la retroguardia. Da Verona a Empoli, passando per Bologna, Domenico Maietta è uno specialista delle promozioni in Serie A. L’ha fatto per la prima volta con la maglia dell’Hellas, con la quale a 31 anni ha vinto il campionato B, trovando poi l’esordio nella massima categoria. L’ha fatto lo scorso anno ad Empoli, a 36 anni, con un’altra stagione da protagonista. L’ha fatto anche a Bologna, nel 2014, quando i rossoblu puntarono su di lui per costruire un nuovo progetto dopo l’inaspettata retrocessione della stagione precedente.
Oggi Maietta è una delle colonne difensive dell’Empoli di Andreazzoli, ma è rimasto fortemente legato al club rossoblu, del quale ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport. “A Empoli sto bene, ma a Bologna ho voluto tenere casa. Mio figlio è nato lì, sono legato alla città e all’ambiente e poi indossare quella maglia mi dava una carica indescrivibile. Spero di poterci tornare un giorno, anche da dirigente, perché lì ci ho lasciato il cuore”.
Il rapporto con Bologna, più di un anno dopo l’ultima partita giocata con la squadra all’epoca guidata da Donadoni, è ancora intenso. “Seguo le sue partite con attenzione, l’inizio è stato un po’ amaro ma è vietato abbattersi. Con Delio Rossi successe lo stesso per le prime otto partite, poi ci fu la svolta…” Protagonista di quel cambio di rotta fu proprio Maietta, fino ad allora poco utilizzato: “Entrai con l’Atalanta e non uscii più. Quanto affetto da parte della gente!”.
Il cambio in panchina, con Inzaghi dentro per Donadoni, potrebbe rivelarsi una mossa decisiva per soddisfare le ambizioni della squadra: “Prima si riusciva sempre a conquistare la salvezza, ma nulla di più. Inconsciamente ci si cullava, mentre Saputo ha in mente cose importanti. Il presidente è una persona eccezionale”. Il 3-5-2, ben diverso dal 4-3-3 utilizzato negli ultimi anni, può aiutare i singoli rossoblu ad esaltare le proprie caratteristiche: “De Maio e Gonzalez, nella loro carriera, hanno quasi sempre giocato a tre, e pure Helanader è un buon marcatore. Con quel modulo si esalteranno gli esterni di corsa presenti in rosa, e si potranno alternare i tanti attaccanti a disposizione di Pippo. Destro? Ha tanta voglia di fare, forse troppa. E’ rimasto a Bologna perché vuole fare bene”.
Dal Bologna all’Empoli, gli obiettivi per la stagione appena iniziata sono ben chiari: “Partiamo puntando alla salvezza, mettendoci esperienza e attenzione. Quanto al resto… è troppo presto per parlare. Ci siamo rinforzati tutti, non solo le big. Anche le neopromosse hanno fatto un bel mercato per cercare di rimanere in Serie A. Cristiano Ronaldo? Fa paura, ma non vedo l’ora di giocarci contro…”
L’intervista completa sul Corriere dello Sport