Magia Lazovic, sempre Piatek... dopo l’autogol di Toloi: game over al Ferraris, Genoa-Atalanta finisce così. Tre a uno al Ferraris e Genoa che quasi tre mesi dopo i tre punti di Frosinone torna a vincere e a sorridere, in una gara da incroci speciali. Il primo, in panchina: da giocatore prima, allenatore delle giovanili poi per Cesare Prandelli, per il quale l’Atalanta “è rimasta un pezzo della mia vita molto importante, sarà un’emozione vera e sincera ritrovarla, ma dovrò lasciare da parte le emozioni e pensare soltanto ad un partita che per noi è molto importante” così la nuova guida del Grifone alla vigilia del fischio d’inizio dalla sala stampa del Signorini di Pegli.
Dall’altra parte uno che sulla panchina lato Gradinata Nord del Ferraris ha scritto alcune delle pagine più belle della storia recente del club del Presidente Preziosi: “per me tornare a Genova è sempre una grande emozione, ricordo tanti momenti belli” grazie (anche) ai qual il ‘Gasp’ è arrivato oggi alla panchina numero 350 in Serie A. “Sicuramente un bel traguardo, posso dire di essere molto soddisfatto di quanto fatto in queste 350 partite". Nell’ultima a festeggiare, però, dopo novanta minuti di divertimento e spettacolo, è stato il suo ex Genoa.
Subito a fare la partita, ma la prima vera occasione per passare in vantaggio è firmata da Gomez e compagni: tocco in area di Romero, per la Var è rigore. Sul dischetto va Ilicic, ma Radu (miglior giocatore romeno 2018 e già decisivo su Toloi) intuisce e a Marassi è tutto da rifare. Il pallone, invece, a sbloccare il match arriva a primo tempo quasi scaduto: angolo per il Genoa, colpo di testa di Piatek che indirizza il pallone verso Berisha, deviazione decisiva di Rafael Toloi e 1-0 Genoa all’intervallo. A riportare il risultato in parità e ad illudere l’Atalanta il settimo gol in campionato, quarta partita consecutiva a segno, di Duvan Zapata, in quello che un anno fa per lui maglia della Sampdoria sulle spalle era un derby: fallo di Criscito su Freuler, Doveri non ha dubbi.
Pallone sotto al corpo di Radu che intuisce ma non basta. A mettere di nuovo la freccia per il Grifone ci pensa il primo gol della stagione di Darko Lazovic: destro sul palo più lontano imprendibile per Berisha, 2-1 Genoa con meno di mezz’ora da giocare, grazie alla terza rete italiana del serbo dopo quelle a Fiorentina e Roma nel Totti Day dello scorso anno. Mani a formare un cuore a festeggiare il nuovo vantaggio, che diventa doppio a due minuti dal triplice fischio. Pallone lavorato da Bessa sulla sinistra per krzyszrof Piatek, controllo e destro a giro all’incrocio dove Berisha non può arrivare dell’attaccante polacco per il tredicesimo gol in campionato (che vale ancora la vetta della classifica marcatori in solitaria), diciannovesimo in diciannove partite ufficiali tra Serie A e Coppa Italia: numeri impressionanti per il pistolero rossoblu, arrivato in estate da sconosciuto e ora oggetto del desiderio di mercato di molti.
“Ma a gennaio non si muove” continua a ripetere in loop il dg rossoblu Perinetti. Non c’è più tempo, game over a Marassi: 3-1 Genoa e prima vittoria sulla panchina rossoblu per Cesare Prandelli. “Una vittoria che ci da fiducia e ci permette di fare un passo avanti”. A regalargliela i gol di Lazovic e Piatek, ma anche le mani decisive di Ionut Radu: “L’ho detto a mia madre prima, è stata la cosa più emozionante della mia carriera, non per il rigore parato ma per i tifosi: sono stati meravigliosi e sono contento che oggi li abbiamo accontentati. Li ho conquistati? Non lo so, ma ho sentito un grande affetto e li devo ringraziare”. Tra i protagonisti di giornata anche quel Rolon desaparecido con Ballardini e Juric, riscoperto invece da Cesare Prandelli: “Quelli di oggi sono tre punti molto importanti, per la gente e per l’allenatore. Questa la partita che può cambiare la mia stagione? Non solo la mia, ma quella della squadra”. Tornata a vincere e a sorridere, il più bel regalo di Natale per nuovo Genoa di Prandelli.