Da parecchi anni, in Inghilterra e in tutta Europa, vedere il nome di un’azienda di scommesse come sponsor di una qualsiasi squadra di calcio di qualche categoria è diventata quasi una prassi, per questo motivo la decisione del Luton Town - club che gioca nella terza serie inglese - ha fatto discutere ed è sembrata di certo inusuale. I giocatori hanno infatti rifiutato di essere sponsorizzati da un’azienda di scommesse, arrivando anche a perdere una somma importante di denaro che sarebbe stata riconosciuta loro per esporre nello stadio, sui giornali, sul proprio sito e magari anche sulle maglie il nome di questa azienda.
“Non vogliamo promuovere il gioco in maniera eccessiva utilizzando il nome della nostra squadra - hanno spiegato i giocatori - nel corso degli anni abbiamo ricevuto numerose offerte da almeno una società di scommesse e dicendo di no abbiamo perso circa mezzo milione di sterline". A spiegarlo è il presidente della società che poi scherzando aggiunge: “Ma non credo che il consiglio di amministrazione mi licenzierà per questa perdita di denaro…". Sta di fatto che quello del Luton è certamente un caso piuttosto isolato, dal momento che circa il 60% delle squadre delle prime due divisioni in Inghilterra espongono sulle proprie magliette lo sponsor relativo a qualche casa di scommesse.
Nove su 20 in premiere, 17 su 24 in Championship e ma nel Paese c’è anche chi si preoccupa per l’esagerato boom del movimento online. 430.000 adulti circa hanno problemi di gioco e 2 milioni sono a rischio, così come i ragazzi tra gli 11 e i 16 anni che sono soliti giocare in maniera regolare: "Esiste un'intera generazione che pensa di dover scommettere per potersi divertire con il calcio". Una tendenza in aumento da cui il Luton ha però voluto prendere le distanze.