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Data: 10/03/2018 -

Il gol, i pugni stretti e il silenzio: Daniele per Davide... a modo suo

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Nessun gesto, nessun sussulto visibile. Il gol, i pugni stretti e l’abbraccio dei compagni. Non era il giorno dei sorrisi e, conoscendo l’uomo, non era nemmeno il giorno delle dimostrazioni pubbliche, dei gesti plateali. Certi sentimenti, certe emozioni, per De Rossi rimangono dentro. L’esatto contraltare delle gioie, delle esultanze, della famosa vena e delle tante “rosicate” sportive mai nascoste e sempre esternate con naturalezza. Oggi era il giorno del silenzio. Del ricordo intimo e personale di Astori. Probabilmente non poteva esserci altro marcatore per questo Roma-Torino. Primo gol stagionale per il capitano giallorosso ed un solo pensiero, ne siamo certi. A Davide, al suo amico Davide.

“Voglio giocare”. Con queste parole, ha ammesso Di Francesco, si è rivolto a lui De Rossi questa mattina. Senza esitazione. In campo Daniele voleva esserci, nonostante il momento. Nonostante un rapporto tra i due che andava oltre il campo da gioco, oltre lo spogliatoio condiviso nella Roma e in Nazionale. Era profondo, un’amicizia vera che coinvolgeva anche le rispettive famiglie. Sarah, Daniele, Gaia, Noah e Olivia Rose insieme a Davide, Francesca e Vittoria. Ragazzi come tanti altri, che un maledetto destino ha voluto dividere. Domenica notte Sarah Felberbaum ha preferito disertare l’impegno televisivo con la notte degli Oscar. Era più importante stare vicino a Daniele. Così come per il capitano della Roma mercoledì, prima di tutti i compagni, era giusto stare lì, a Coverciano. Vicino a Davide. Allenamento alle 11 e subito partenza per Firenze. La notte passata in un albergo fuori città e il giorno dopo i funerali. Ma sempre in disparte, sempre fuori dai riflettori. Senza pubblicizzare, solo per sé, per Vittoria e Francesca. Nell'intimità di una stanzetta accanto alla camera ardente, in ultima fila. Da solo, immobile. Con solo un paio di occhiali da sole neri a nascondere quelle lacrime trattenute a stento questa sera. Davanti a tutti c'è De Rossi, quando cala il sipario ecco Daniele.

Lo stesso ragazzo capace di non tenere per sé il massimo trofeo vinto in carriera, regalandolo ad un uomo qualunque. Quando morì il mitico 'Spazzolino', magazziniere e storica mascotte della Nazionale Italiana, mise dentro la sua bara la medaglia d'oro del Mondiale 2006. Storie, aneddoti dove non c'è spazio per la ragione. Solo l'amore per la vita, per le persone e per i sentimenti. L'uomo di nome Daniele, un navigante controcorrente nella vita ripetitiva di capitan De Rossi.

Tags: Roma



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