Capelli ordinati, accento friulano. "Un centrifugato di mela, sedano finocchio e kiwi, grazie". La sveglia quotidiana, più o meno, è questa. Federico Gerardi gioca nella Feralpisalò, vive a Desenzano, sul lago di Garda, e si gode la vita da...bomber. Sei gol in quindici giornate, ma "potevo farne di più - racconta in esclusiva a Gianlucadimarzio.com - specialmente col Venezia, me ne sono mangiati un po'". Una carriera in giro per l'Italia, a ventinove anni ancora da compiere. "Ho cambiato parecchio sì, da Udine fino a Reggio Calabria".
Tutta Italia o quasi, partendo proprio dal suo Friuli. Nato a Pordenone e calcisticamente cresciuto a Venezia, è passato alla primavera dell'Udinese nel 2005. L'esordio in Serie A l'anno successivo, con Galeone in panchina: "E c'erano anche Allegri e Trombetta, oggi alla Juventus. Come era Max? Faceva il secondo, che fosse competente si vedeva già. Ha imparato tanto da Galeone, a lui e all'Udinese sarò sempre grato per avermi fatto esordire in A. Sono stato l'ultimo friulano ad esordire nell'Udinese fino a quando non l'ha fatto Scuffet".
Poi l'infortuno al ginocchio, l'occasione persa, l'inizio del suo giro d'Italia personale. Con un mantra che lo accompagna, impresso sulla pelle del braccio destro: "Limits, like fears, are often just an illusion". I limiti, come le paure, spesso sono solo un'illusione. Parole e musica di MJ, Michael Jordan, nel giorno dell'annuncio del ritorno al basket a cinquant'anni. Limiti e paure da lasciar scorrere via, la voglia di continuare a segnare. Per la Feralpisalò, al momento in zona playoff nel Girone B di Lega Pro: "Un girone tosto, ci sono tante grandi squadre. Dobbiamo arrivare più in alto possibile, provando a vincerle tutte, ad aprile vedremo dove saremo. Guarderemo la classifica e si vedrà. Obiettivo di gol? Sono a sei, il mio record è 12 alla Reggina. Di Reggio ho un ricordo favoloso dei tifosi, grande calore, anche a Salerno e ad Ascoli. Ad Ancona? Sì, c'era calore. Siamo contro alla prossima, poi c'è il Pordenone". Che corre in testa alla classifica di un campionato equilibratissimo e ancora da decifrare fino in fondo.
Come Gerardi, del resto. Goleador, atleta, professionista senza vizi. "Non ne ho, faccio una vita da professionista. Quando ho tempo libero lo dedico al relax, vengo al bar, un centrifugato, un toast. Per fare questo lavoro ci vuole cura del fisico la testa, che va lasciata libera però: se uno vuole divertirsi, che lo faccia". Consiglio ai giovani, come i suoi compagni di squadra: "Quelli che sono nella Feralpisalò sono interessanti, vedremo se esploderanno". Non è passato dalla Feralpisalò, ma Barella, ora a Cagliari, lo ha visto a Como: "Può diventare molto forte, anche in Serie A. A proposito, non guardo molte partite. Anzi, non seguo molto il calcio in generale, solo le grandi partite di Champions e qualcuna di A. Io tifoso? Sono interista, spero per i tifosi che arrivino in Champions. C'è bisogno che il gruppo si amalgami". Futuro? "Qui sto bene, scelgo il Lago di Garda tutta la vita. Però, specialmente questa estate ho pensato ad un'esperienza all'estero e la farei. Magari in Inghilterra, la sogno. Premier? Difficile, la Championship sarebbe un grande traguardo, è un bellissimo campionato pieno di squadre molto forti e attrezzate. Ma per andare via devi portarti a dietro la famiglia, devi fare un cambio di vita netto. Noi in Italia siamo indietro, il mio amico Kristian Ipsa, che era con me alla Reggina, l'anno scorso giocava in Polonia nel Piast: là hanno stadi nuovi, di proprietà, che accolgono le famiglie. Qui in Italia invece non abbiamo fatto ancora lo scatto definitivo".
Amici nel calcio sì, proprio Ipsa ne è l'esempio. E un ricordo speciale per Piermario Morosini: "Umanamente fortissimo, bravo calciatore: ho di lui un ricordo stupendo". Poi finisce il centrifugato, sorride e se ne va. L'allenamento lo aspetta, professionista fino in fondo. Vita da bomber? In campo, sognando l'Inghilterra e provando a regalarne uno alla sua Feralpisalò.