LUCCHESE, TRASFERTE DA INCUBO. DE FEO: "NON ABBIAMO I SOLDI PER ANDARE A OLBIA"
E se il 18 marzo non verranno presentate garanzie e pagati gli stipendi, partiranno nuove penalizzazioni e svincoli. L’anticamera del triplice fischio sul calcio lucchese. “Noi non ci arrendiamo. Grazie ai soldi raccolti, faremo le prossime trasferte a Pisa e Siena. Purtroppo a fine mese c’è Olbia: ci vogliono 8mila euro e al momento non ci sono. Facciamo i turni per lavare le cose in modo da avere il materiale per allenarci”.
Una società allo sbando e una squadra più compatta di un pugno. Come a Cuneo, un paio di settimane fa. Il manifesto di una stagione. “Alla partenza siamo rimasti due ore fermi sul pullman perché l’autista si rifiutava di partire. Non era stato pagato, non era la prima volta. Sono stati sbloccati in qualche modo i pochi fondi rimasti, siamo andati là e abbiamo vinto 1-0”.
Gol di capitan Bortolussi, la settima in campionato. Gianmarco, in prestito dall’Ascoli, è a quota sei. “In attacco stiamo facendo una stagione di alto livello, ma questa squadra sta andando oltre le proprie possibilità come gruppo. E la gente l’ha capito. Finire il campionato sarebbe un miracolo”.
“Tra i miei compagni c’è chi ha figli e mutui da pagare, a volte non ci si rende conto quanto può essere pesante una situazione del genere. Favarin, il nostro allenatore, cerca di tenerci lontani da questi problemi. Ci tiene uniti e sul pezzo, ma è sempre più tosta”.
Cinquemila euro è la somma raccolta da Lucca United, il gruppo di tifosi che giovedì 7 marzo ha finanziato con una colletta il proprio amore. “Ci hanno detto che siamo già nel loro cuore. È reciproco: andremo domenica a Pisa con la voglia di vederli gioire con noi”.
Potrebbe essere un’ultima volta. De Feo e i suoi compagni non mollano. Come l’orchestra del Titanic, provano a dimenticare l’iceberg e la nave che affonda. Sopra, insieme a loro, c’è una città che canta lo stesso coro di sempre: “La Lucchese siamo sempre solo noi”. E quel noi, almeno per un po’, abbraccia anche dei professionisti chiamati a reinventarsi massaggiatori, magazzinieri e giardinieri.
Si ringrazia per le foto: ufficio stampa Lucchese e Francesco Francioni
