Raramente negli ultimi anni in Bundesliga si è vista una squadra così predisposta al sacrificio e con idee così chiare come l'RB Leipzig. Se ci mettiamo poi che è pure una neopromossa (sui generis), lo stupore è presto fatto. "Correre più degli altri è la nostra più grande qualità", ci aveva detto in una intervista Marvin Compper, vecchietto della squadra ed ex Fiorentina. La mentalità dei ragazzi di Hasenhüttl - un ingegnere del calcio che, forse, meriterebbe anche un posto in F1 - sta già conquistando il campionato tedesco. E il risultato della rivoluzione è davanti agli occhi di tutti: primo posto a +3 al Bayern Monaco dopo undici giornate.
La RedBull mette le ali. Grazie ai soldi sì, ma il risultato sportivo non può passare inosservato. Un progetto tecnico chiaro, appoggiato da più parti: giovani, giovani e ancora giovani. Che stanno facendo la differenza, con la loro freschezza. Due tempi avanti agli avversari, chiedete allo sventurato Werder Brema, per esempio, capace di subire due giornate fa contropiede da fallo laterale; oppure al Bayer Leverkusen, rimontato due volte e poi affondato 2-3. Yussouf Poulsen è un carro armato, Emil Forsberg una freccia e Timo Werner, reinventato punta centrale, segna a raffica. E poi c'è una solidità difensiva - merito anche dei centrocampisti, Demme e Keita - di cui si parla forse troppo poco: 23 gol fatti in undici gare, secondo miglior score dietro il Bayern.
Per lo scontro diretto ci sarà però ancora da attendere, fino al 21 dicembre. Una (quasi) vigilia di Natale, che potrebbe diventare anche vigilia di una rivoluzione che già oggi lo è, in fin dei conti. Arrivata forse con leggero anticipo, anche secondo i calcoli del boss di Red Bull, Mateschitz, che sei anni fa, data della nascita del club, aveva ipotizzato il 2019-20 come termine degli ingenti investimenti per raggiungere l'Europa. Siamo nel 2016 e il Leipzig è, nella sua primissima stagione in Bundesliga, in vetta e ancora imbattuto. Una favola controversa, che sta però sparigliando le carte nel calcio tedesco, da qualche stagione troppo stagnante. Un piccolo miracolo sportivo che non può non affascinare.