Un assist mancato in campo quando vestivano la maglia del Brescia li ha portati a fare a cazzotti nello spogliatoio: “Abbiamo fatto anche un occhio nero a Toni che era intervenuto per dividerci, e la società non ci ha nemmeno multato perché lo ha considerato un litigio ‘in famiglia’”. A distanza di anni Emanuele ha restituito quell’assist ad Antonio, anche se fuori dal campo, con la netta vittoria del suo Rezzato sul Trento, che dopo la sconfitta ha esonerato l’attuale allenatore e ingaggiato il fratello Antonio. Il campionato è quello di Serie D, e i protagonisti i gemelli più famosi del calcio italiano: Antonio ed Emanuele Filippini. Una vita insieme sui campi da calcio, dal Brescia alla Lazio, ora di nuovo accomunati dallo stesso destino: “Dopo la partita del Rezzate ho ringraziato mio fratello e gli ho promesso che gli avrei offerto una cena – Racconta Antonio Filippini in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com - Mi ha detto ‘questa volta sono stato utile, hai visto? ’, perché io gli ripeto sempre scherzando che quando giocavamo era una palla al piede che mi sono portato in giro per l’Italia”.
Sempre uniti, dove andava uno c’era anche l’altro ‘ma non abbiamo mai chiesto alle società di prenderci insieme. Lo facevano loro perché vedevano che in coppia rendevamo meglio’. Dal cortile di casa ai campi di Serie A, nella maniera più naturale possibile: “Abbiamo vissuto in modo del tutto normale il nostro rapporto da fratelli calciatori, anche se dall’esterno può sembrare strano”. Eppure per qualche anno hanno deciso di intraprendere strade diverse ‘per dimostrare a tutti che eravamo buoni giocatori anche da soli’. In quel modo di certo non correvano il rischio di essere scambiati: “Succede anche ora. Poi è incredibile che la gente nonostante abbia il 50% di riuscita scambi sistematicamente i nostri nomi”. Per strada, negli spogliatoi e una volta anche in campo: “E’ successo in un Brescia-Roma, ero stato espulso io – Racconta Emanuele Filippini - Ma invece ad aver commesso il fallo era stato Antonio”. E c’è stato anche chi gli ha consigliato di scambiarsi le magliette nell’intervallo: “Ce lo ha chiesto Lucescu, io ero stato già ammonito nel primo tempo, quindi mi ha detto se volessi scambiare la maglia con Antonio. Alla fine però non ce la siamo sentita”.
Calciatori e rocker i fratelli Filippini, dal campo al palco. Ovviamente insieme: “Siamo grandi fan di Bruce Springsteen, abbiamo visto 70 concerti in giro per il mondo. Amiamo anche i Led Zeppelin, gli AC/DC, i Deep Purple, insomma il rock in generale. Abbiamo anche creato un gruppo, i ‘The Stalker’, ci divertivamo, anche perché sappiamo di non essere cantanti professionisti. Se ci pagavano il compenso andava in beneficenza, ma il più delle volte consisteva in una birra ed un panino. Ed andava benissimo così”. Mai fermi insomma, sempre in movimento. Come nella loro lunga carriera calcistica. Tante tappe toccate, tanti grandi giocatori conosciuti, uno sopra a tutti però: “Roberto Baggio: un fuoriclasse assoluto dentro e fuori dal campo. Per questo lo vedremmo bene ai vertici del calcio italiano”. Magari ai vertici ci arriveranno anche loro, in panchina però. Il sogno è quello: “Ci piacerebbe anche allenare insieme, ci pensiamo da sempre. Uno potrebbe curare la parte difensiva e l’altro quella offensiva. Saremmo i primi gemelli ad allenare insieme nella storia del calcio. Chissà poi, magari in futuro Antonio allenerà la Juventus e mi chiamerà per fare il secondo. Così mi ricambia il favore”. Intanto però le loro carriere proseguono separate: quella di Emanuele sulla panchina del Rezzato ‘puntiamo alla promozione in C’, Antonio invece dovrà riuscire nella difficile impresa di salvare il Trento. In attesa di trovarsi di nuovo insieme.