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Data: 23/02/2017 -

"Lo chiamavano Duracell". Alessandro Gagliardini racconta il figlio Roberto

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Dalla serie B all'Inter e la Nazionale: è la stagione magica di Roberto Gagliardini. A febbraio scorso il ventiduenne bergamasco non aveva ancora esordito in seria A: la prima arrivò solo 5 mesi dopo. Poi Gasperini e tutto nel giro di due mesi... A raccontare Roberto ci ha pensato papà Alessandro, attraverso le pagine de La Gazzetta dello Sport:

"Mio figlio è prima di tutto un bravo ragazzo... Strano e bello il destino. Sono arrivato a Dalmine nel 1979, cattedra all’Istituto Luigi Einaudi. I miei colleghi scelsero le scuole medie, io le superiori. Loro ottennero il trasferimento nelle Marche dopo tre anni, io no. La mia vita era qui. All’Einaudi ho conosciuto Rosanna e insegniamo ancora lì, dove ha studiato Roberto, Istituto commerciale con indirizzo internazionale. Ho provato ad allenare, ma mi trovavo meglio con i ragazzini. Nel 1980 ero nel settore giovanile del Verdello, dove oggi gioca Andrea, il fratello maggiore di Roberto, in Eccellenza. I casi della vita".

Inizi come attaccante: "Già. Nel 2000 insegnavo calcio ai bambini dell’U.S. Mariano di Dalmine, avevano tutti 8 anni come Andrea, ma infilai anche Roberto, 6 anni, il più piccolino, così li accompagnavo insieme. Roberto giocava in attacco, sempre contro i più grandi, era un trottolino e quando gli davano le botte lo prendevo in braccio e lo portavo fuori. Lo chiamavano Duracell, come le pile, non si stancava mai. Un anno dopo li notò il maestro Bonifaccio dell’Atalanta, il pullmino passava da casa e li portava a Zingonia insieme. “Divertitevi senza pensare di essere arrivati” ho detto subito loro".

Roberto era sempre il più piccolo, caratteristica dei predestinati: "Dicembre 2003. I ragazzini del ’92 , emozionati, si preparano per il torneo di Quarto a Genova. Bonifacio vede Roberto e gli chiede: “Tu non vieni?”. E lui, classe ’94: “Non mi hanno chiamato”. “Corri a prendere i documenti e aggiungiti al gruppo!”. Roberto è sceso in campo e vinsero ai rigori".GrazieAtalanta: "Merito di Gasperini che crede nei giovani. Ce ne sono tanti di talento e ora che circolano meno soldi hanno più opportunità".

Per Gagliardini è arrivata anche la chiamata azzurra: "A novembre è stato chiamato da Ventura a causa dell’infortunio di Marchisio, glielo ha comunicato il fratello per sms e lui pensava che fosse uno scherzo. Io mi sono messo a piangere dalla gioia. “Papà, appena sono entrato e mi è venuto incontro Buffon mi è venuto un colpo!” racconta Gagliardini". Adesso presente e futuro hanno il colore nerazzurro dell'Inter: "Che storia. Mentre è in pullman per giocare contro la Juve a Torino, il procuratore gli comunica l’accordo con l’Inter. Torna indietro e dorme a Milano per le visite mediche. Se la sentiva che sarebbe andato all’Inter… sono contento, ho sempre tifato nerazzurro e il mio idolo era Mazzola".

Esordio? Meglio guardare Gagliardini junior in tv: " Non credevo che partisse titolare, è andata mia moglie. Preferisco guardarlo in tv: in pubblico mi devo controllare, a casa faccio salti di gioia. Adesso non ha limiti, si trova benissimo con Pioli, gli manca solo il gol. Speriamo contro la Roma, mi dispiacerebbe se segnasse all’Atalanta... difetti? A casa non è ordinato come in campo. Adesso però vive a Milano. In quanto a me, gli ho trasmesso la passione per il pallone, ti sembra poco?".



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