Classe cristallina e un talento che pochi altri possiedono. Adem Ljajic ci riprova, dopo Fiorentina, Roma e Inter. Il trequartista serbo riparte da Torino dove è già amato dal pubblico e dove trova due vecchi amici, Sinisa Mihajlovic e Nikola Maksimovic. Adem spiega cosa l'ha spinto ad accettare il progetto dei granata sulle pagine di Tuttosport:
"Questa che si sta formando è una grande squadra. E, come ho detto al presidente, si devono spendere soldi per costruire una grande squadra, lo fanno tutti... Cos'ha risposto Cairo? Non lo ricordo. Il presidente e Mihajlovic mi hanno voluto fortemente. Siamo sulla buona strada, con un mercato all'altezza: sono arrivati tanti giovani, e li vedo bene. Si può crescere. Attenzioni? E' una responsabilità che sento, ma non ho paura. Mi piace giocare con la pressione addosso. Nessuna preoccupazione, credo in me e se sto bene so quanto posso dare alla squadra. Adoro essere nelle squadre dove si aspettano molto. Sì, sono pronto. Il Toro è ambizioso, come me".
Gol? Al serbo piace di più l'assist: "Quando ho firmato, il presidente mi ha detto che veniva per la partita. Così il primo gol è per lui. Ho detto tante volte, però, che mi piace di più fare assist che gol. E qui ci sono Belotti e Maxi per buttarla dentro. Insomma, gli attaccanti veri. Io cercherò di inventare servizi per loro. Certo, andare a rete è bello, ma non sono uno che ha in testa solo il gol. Quello è per altri tipi di giocatori. Poi, ovvio, ho un obiettivo in testa ma non lo dico ancora, è troppo presto. Mi piace sentirmi importante. Ho più esperienza, sono più maturo e con più responsabilità. Non vedo l'ora di cominciare, con questa maglia, in campionato".
Ljajic ha scelto la 10: "L'ho presa perché era l'unico numero libero. Mi piace il 22 che porto dai tempi del Partizan, ma era occupato e così ho optato per il 10. Che è un bel numero, comunque, e ha una certa rilevanza. I miei preferiti sono il 22, il 10 e l'8. Quindi, non c'è un vero motivo particolare. E non ho paura di portarlo, è come gli altri. Alla fine vedremo se mi avrà portato fortuna. Trattativa?Quando mi ha chiamato Mihajlovic mi ha convinto, mi ha detto: quest'anno con il Toro puoi ottenere risultati, fare bene. Ci ho pensato un po' solo perché avevo altre offerte. Mi è piaciuto il progetto e volevo venire a lavorare con il mister. Un'opportunità per giocare e dare il mio massimo. Quando ho parlato con lui ho percepito quanto il progetto con i giovani fosse ideale. Sì, mi è subito piaciuto. Quindi è colpa di Miha se sono qui".
Nikola Maksimovic, il suo connazionale, ha avuto un ruolo decisivo: "Ci frequentiamo da 10 anni, da quando eravamo nelle Nazionali giovanili della Serbia-Montenegro prima e della Serbia dopo. Ci conosciamo bene, così abbiamo parlato un po'. Sono contento che ci sia lui qua, con un connazionale vicino è più semplice ambientarsi. Miha e Maksi mi hanno messo in mezzo... Concorrenza? Spero di essere titolare, ovvio, ma sono come gli altri. Ognuno ha l'occasione di dimostrare le sue qualità nell'allenamento. Partiamo da zero, con un nuovo allenatore. Io lo conosco e so che non gli interessa come si chiama uno. Darò il massimo per giocare, poi deciderà lui".
Ljajic dice la sua anche dell'imminente passaggio di Higuain alla Juventus: "Gonzalo è uno dei più forti della serie A, un giocatore incredibile. Lo scorso anno ha strabiliato. Con lui la Juve resta la favorita per lo scudetto, ha preso gente fortissima. Però preferisco pensare al mio Toro. Milan all'esordio? Non me l'aspettavo un debutto così, ma può essere una buona occasione. E' quella la partita più importante. E giocare a San Siro è bellissimo. Dobbiamo preparare bene quel match. Andremo là a testa alta. Non mi piace parlare in anticipo. Pensiamo gara dopo gara, poi alla fine vediamo dove arriviamo. Ci alleniamo per arrivare in Europa League. Il club è ambizioso, ha una grande storia. Allora, proviamo a realizzare qualcosa di importante".