Scrivi Saulo Decarli, leggi lavoro. La ricetta che lo ha portato a essere in poco più di due anni la colonna difensiva dell'Eintracht Braunschweig sta tutta lì: continuità e sacrificio. In Svizzera prima, tra Livorno e Avellino poi. E ora in Germania, dove alla settima giornata di Zweite Liga si trova da solo in vetta, a 18 punti. Con una doppietta (la prima in carriera, contro il Norimberga) sulle spalle, oltretutto. La Serie A l'ha solo accarezzata, nel 2014, adesso il colpo grosso non può che essere la Bundesliga: "Ma non posso dirlo, è una scaramanzia che mi porto dietro dall'Italia...".
È forse uno dei pochi difensori centrali di cui troverete sul web un video di... freestyle, da sedicenne. Tutto vero, niente scherzi. La conferma arriva dal diretto interessato: "Conosco bene il video, è un po curioso vero? Fino a 17 anni giocavo ancora a centrocampo, facevo la mezzala. Poi sono arrivato in una U18 molto forte, dove c'erano tre campioni del mondo di categoria. Quindi trovare spazio era dura, soprattutto a in mezzo. Un allenatore quindi mi provò in difesa e da lì non mi sono più mosso".
Deciso, concreto, sorridente. Al via della terza stagione a Braunschweig, Decarli sa che a 24 anni può essere la volta buona: "Lavoriamo per raggiungere la prima classe ogni giorno - racconta a www.GianlucaDiMarzio.com - e sono il primo a crederci. Non essere riuscito a esordire in Serie A mi ha ovviamente lasciato amareggiato, ma non ho rimpianti perchè ho dato tutto. Era il mio sogno, quello. E lo è ancora oggi. A Livorno, nel 2013, ero arrivato quasi per caso, è successo tutto molto velocemente. Ma è stata un'ottima esperienza, nonostante forse non fossi ancora pronto per un palcoscenico più grande di quello della Serie B. Ho fatto ogni cosa possibile per meritarmi una chance che poi non è mai arrivata. Questo fa parte del calcio, l'ho accettato, sono andato avanti e oggi mi ritrovo qui".
La crescita del classe 1992 svizzero è stata netta: "Ultimamente credo di essere maturato molto, non solo dal punto di vista tecnico. Sono contento del mio sviluppo come giocatore, ora mi sento un altro rispetto a prima". L'Italia è stato il trampolino di lancio: "L'esperienza di Livorno mi ha fatto molto bene. Così come quella di Avellino, dove inizialmente ho avuto qualche problema fisico e di ambientamento. Sono stati mesi duri, ma estremamente importanti per me. Lì ho imparato tantissimo, le cose sono andate migliorando ed è anche grazie a quel periodo ho avuto la possibilità di arrivare qui dove sono ora".
Tanto che con l'Italia i contatti sono ancora intensi: "Ogni tanto mi sento ancora con Alfred Duncan, così come con Francesco Bardi. Ho ancora molti amici lì e parlo praticamente tutte le settimane con Aldegani, oggi terzo portiere a Pescara. Ero con lui al Livorno e oggi ho un rapporto bellissimo, mi ha aiutato tanto. Lui è più di un semplice amico nel calcio, per me è una persona di riferimento e colgo l'occasione di ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per me".
Decarli è reduce da una Top11 annuale della Serie B tedesca, stilata dal Kicker, speciale classifica in cui è già comparso due volte anche in questa stagione. Lui che da gigante della difesa incarna perfettamente lo spirito del leone, simbolo della città e del club (Die Löwen). Il più grande sogno è però la nazionale svizzera, obiettivo per cui Saulo lavora ogni giorno: "La voglia di arrivare in nazionale maggiore è tantissima. Se poi mi vedrete presto non lo so, hanno giocatori di grande livello che giocano in campionati molto più importanti del mio. Mi rendo conto che potrebbe volerci ancora un po, ma questo non mi spaventa e mi godo i progressi che faccio".