Il ritratto dell'esordio tra i professionisti Alessandro Livieri lo aveva affidato al suo profilo Instagram. Pixel su tela, 612x612: "Contento per l'esordio e per la vittoria". Era il 2 ottobre, il giorno dopo il 5-0 contro il Forlì. #Feralpisalò, più di un hashtag: è la squadra che in estate ha puntato su di lui. E lui, giovane secondo portiere classe ’97 che spera in un futuro "con continuità", ha ricambiato. Centottanta minuti, il "secondo esordio" sabato sera contro il Fano da migliore in campo. "Livione" fa il superman e salva due volte lo 0-0: “Questa partita mi ha coinvolto di più, sono contento perché alla fine non ho subito gol ed ero tranquillo”, racconta a gianlucadimarzio.com. Stavolta nessun ritratto social, soddisfazione da godersi in privato. Con “una ragazza che mi fa stare bene” e “con la vita di un ragazzo di 19 anni che si allena ed esce con gli amici”. Il presente è Salò, il passato Milano. Sulla carta d’identità, sul diploma di scuola (“liceo sportivo”) e sul curriculum calcistico: giovanili Milan, tutta la trafila. Fino all’estate, Livieri se ne è andato “perché erano finiti gli stimoli e sapevo che il mio percorso doveva passare da una categoria inferiore (ma non facile) come la Lega Pro. Volevo mettermi in gioco, ma ovviamente devo ringraziare il Milan”. Dove è cresciuto, fino ad aggregarsi con la prima squadra: “Ho avuto la fortuna di trascorrere tanto tempo al Milan e stringere grandi amicizie”, racconta. Già, perché la storia nella storia di Alessandro Livieri va in scena sabato sera. Mentre lui vola e salva la Feralpisalò, a San Siro i suoi amici battono la Juventus. Quegli stessi amici che il 2 ottobre, dopo l’esordio tra professionisti, gli avevano dedicato un pensiero sui social: “locamanuel73: Grande Livionee”, e poi ancora “mbaye_niang11: Grande champagne”. Nomi in codice da Instagram, non difficili da interpretare: “Niang è un bravissimo ragazzo, molto umile. Con Manuel abbiamo stretto amicizia già in Primavera, lui ’98 ed io ’97. E quando ci hanno aggregato alla prima squadra si è rafforzato il nostro legame”.
Col Milan dei grandi Loca c’è ancora, gioca e segna gol da favola come quello a Buffon (il suo idolo, tra l'altro): “Gli ho scritto subito un sms, “non sei umano” perché è così”. Hanno giocato insieme per anni e per una sera hanno giocato in contemporanea: “Quando ho visto il suo gol ero sconvolto, mi sono emozionato. Sono rimasto davvero a bocca aperta e conoscendolo come ragazzo ancora di più. E’ una persona eccezionale, mi vengono i brividi soltanto a ripensarci. Ci siamo sentiti e ci siamo fatti i complimenti”, stavolta su WhatsApp e non sui social. Ah, piccola aggiunta: “Può diventare un grande campione”, assicura “Livione”. Che poi bissa il pronostico anche per Donnarumma, uno che in Primavera al Milan gli ha pure soffiato il posto: “Siamo stati insieme un anno e mezzo tra giovanili e prima squadra, lo conosco bene. E’ un portiere completo nonostante abbia 17 anni e non mi stupisce sia così, può diventare il miglior portiere al mondo”. Rivalità? “No, solo nelle fasi finali della Primavera. Io mi ero fatto male al ginocchio e sono stato fuori 4 mesi, hanno chiamato lui e…” ed è cominciata la Gigio-story. Il sogno? Ritrovarsi tutti al Milan: “Magari! E’ una grande famiglia e sono stato benissimo, ti fanno sentire a casa. Ma ora penso alla Feralpisalò, a fare bene e trovare continuità”. Perché nel sabato sera delle favole c’è stato spazio anche per la sua: 180 minuti tra i professionisti, 0 gol subiti. Livione, il Milan e la Feralpi: ritratto del calcio, pixel su pixel.