Se tutto questo non è reale, se è solo una favola immaginata di notte e non la competizione più antica del mondo che, dopo più di un secolo, sa ogni volta tirare fuori dal cilindro una storia meravigliosa, non disilludeteci. Per favore. Altrimenti, lasciateci godere questi momenti. Perché poche volte come quest'anno l'FA Cup sta assumendo contorni romantici e poetici. Prendete il Lincoln City: una squadra di National League (Quinta Divisione del calcio inglese, prima del dilettantismo) capace di eliminare il Burnley (Premier League) e arrivare ai quarti di finale del torneo. Il Turf Moor, uno stadio dove nemmeno il Chelsea di Conte è riuscito a passare e dove i Clarets hanno un rendimento praticamente da Champions League, completamente gelato dal gol di Raggett. Legge crudele, legge magica. Una storia che si ripete dopo 103 anni, dato che l'ultima squadra di Non-League ad arrivare ai quarti del torneo fu il QPR nel 1914. Nel mirino lo Swindon Town, che nel 1912 riuscì, da dilettante, ad arrivare addirittura in semifinale. E ora via, verso il sorteggio. Il Lincoln sarà rappresentato dalla pallina numero 1. E qualunque sarà l'avversario, sarà una festa.
Ma se gli Imps hanno regalato una giornata da cerchiare in rosso nella storia della coppa d'Inghilterra, che non passino inosservate le altre partite, perché sì, anche negli altri stadi ne abbiamo viste delle belle. Lewisham, sobborgo a sud-est di Londra. "No one like us", amano cantare i tifosi del Millwall. "Nessuno come noi". Di certo, pochi oggi berranno più birra di loro. Mai dare per scontata una vittoria al The Den. Nemmeno se i Lions si trovano in League One (Terza Divisione) e se in quel catino arrivano i campioni d'Inghilterra in carica del Leicester City di Claudio Ranieri. Certo, le Foxes non sono più quelle che nel maggio del 2016 festeggiarono un titolo leggendario, tanto per rimanere in tema di imprese. Non tantissimi, però, si sarebbero immaginati un finale così. In dieci uomini dal 52' contro il Leicester, il Millwall ha resistito, sospinto da un popolo sempre presente. Poi, al 90', il gol di Cummings ha fatto impazzire tutti. E allora, fuori due. Un altro "Giant Killing", in pieno stile FA Cup. I Lions arrivano ai quarti dopo aver eliminato lungo il cammino tre squadre di Premier League (Bournemouth, Watford e, appunto, Leicester). Non ci riuscivano dal 1927, quando la terza vittima del Millwall fu il grande Huddersfield di Herbert Chapman.
Non sarà ai livelli di 90 anni fa, quando dominava l'Inghilterra, ma l'Huddersfield, gloriosa squadra attualmente terza in classifica in Championship, sa ancora regalarsi pomeriggi dal sapore antico. Per informazioni, chiedere a Pep Guardiola e al Manchester City, che al Galpharm Stadium non è andato oltre lo 0-0. I Terriers sono pronti a invadere l'Etihad mercoledì per un replay che è già una festa per una tifoseria che da anni aspettava momenti come questo.
Ci è andato vicino, vicinissimo, invece, l'Oxford United (League One). Al Riverside Stadium, gli U's sono stati in grado di rimontare due gol al Middlesbrough di Aitor Karanka, passato in (doppio) vantaggio grazie a Leadbitter e Gestede, con Maguire e Martinez. Ma in Inghilterra non è mai, mai finita. E proprio quando la squadra di Appleton pregustava un'altra impresa dopo il 3-0 rifilato al Newcastle di Rafa Benitez, è arrivato il gol di Stuani (vecchia conoscenza della Reggina) a spegnere i sogni.
E poi c'è il Chelsea di Antonio Conte. Che semplicemente non sbaglia mai un colpo. Mentre le altre vanno avanti a stento o addirittura salutano, i Blues non sbagliano e azzannano anche la coppa d'Inghilterra. Al Molineux, nella tana del Wolverhampton che veniva dalla vittoria di Anfield Road contro il Liverpool, la squadra di Conte mette in cassaforte un 2-0 firmato Pedro e Diego Costa (ma dai?) che, a questo punto, consegna ai Blues il ruolo di grandissimi favoriti. In attesa di Tottenham, Manchester United e Arsenal, in campo contro Fulham, Blackburn Rovers e Sutton United (altra storia meravigliosa di questa FA Cup), il Chelsea è una delle poche grandi ancora in gioco. Mai dare per scontata una vittoria, quando di mezzo c'è la coppa d'Inghilterra.