Lillestrøm e follia negli ultimi due anni sono stati praticamente dei sinonimi. Certo, di "fallimenti sportivi" ne è piena la storia, ma ciò che ha vissuto il club norvegese negli ultimi due anni per certi versi ricalca la trama di un thriller.
Il baratro in appena 6 minuti
Ricordate la retrocessione dell'Amburgo con l'orologio del Volksparkstadion che si ferma all'ora esatta della discesa in B? Ecco, qualcosa di simile è accaduto anche in una data, 11 dicembre 2019, che i tifosi del Lillestrøm difficilmente dimenticheranno. Dalle parti dell'Åråsen Stadion il tempo si è fermato al novantesimo del playout contro lo Start, e quando si parla di finale thrilling non si esagera affatto.
Una stagione disgraziata per una squadra partita con ben altre ambizioni e che si ritrova, mese dopo mese, a fare i conti con una classifica impietosa chiusa in terzultima posizione. Alias, spareggio con la terza classificata della prima divisione, ovvero la Serie B norvegese. I gialloneri, reduci dalla sconfitta esterna dell'andata per 2-1 sul campo dello Start, si ritrovano a dover rimontare. Nulla di impossibile penserete, identico ragionamento fatto anche dai tifosi di casa e avvalorato dal 4-0 in favore del Lillestrøm al minuto 61'. Poi il blackout. In appena 6 minuti, sì avete capito bene, 6 minuti, succede qualcosa di assurdo. Martin Ramsland, dal 76' all'82', realizza una tripletta che consente allo Start di festeggiare la promozione: 4-3 il risultato finale che, sommato al 2-1 dell'andata, fa sprofondare il Lillestrøm all'infero.
40 anni dopo l'ultima volta, il Lillestrøm è in Serie B. Una notizia non da poco dalle parti della Norvegia e che ha riempito le prime pagine dei giornali per giorni. Per capirci, è come se una delle sette sorelle del calcio italiano retrocedesse di punto in bianco. Notizia che ovviamente farebbe scalpore e non poco. "E' il giorno più triste della mia vita" dichiarò l'allenaore Nordlie al termine della partita poco prima di rassegnare le dimissioni, in una giornata che i tifosi del Lillestrøm, da sempre legatissimi ai propri colori, non dimenticheranno mai.
La fede calcistica, appunto, quella che la statua all'esterno dello stadio in onore di Tom Lund rispecchia in pieno. Per chi non lo sapesse, Lund, oltre ad essere il simbolo del Lillestrøm, è anche colui il quale è passato alla cronaca per il grande rifiuto all'Ajax. L'anno è il 1977 e la squadra norvegese è impegnata contro i lancieri in Coppa dei Campioni. Vittoria all'andata in casa, sconfitta al ritorno, e Lund che come al solito offre la solita prestazione super tanto da convincere il club olandese a formulare un'offerta importante per assegnare a Lund il posto in attacco lasciato vacante da un certo Johan Cruijff, trasferitosi al Barcellona.
Chi avrebbe rifiutato? Forse nessuno, tranne Lund che ringraziò e declinò l'offerta. "Questa è e sara per sempre casa mia" il virgolettato che più di tutti riecheggiò nei giorni successivi a quello che fu subito ribattezzato il "grande rifiuto". E poco importa se le teorie più disparate sul no di Lund siano state per diverso tempo al centro del dibattito, come ad esempio la sua paura di volare che, secondo molti, è stata la causa principale del rifiuto. Per i tifosi del Lillestrøm, Lund resterà sempre un simbolo, colui che alle superpotenze europee ha preferito una piccola realtà del calcio norvegese.
Tornando alle questioni di campo, un solo anno di purgatorio è stato più che sufficiente: sotto la guida di Geir Bakke, il Lillestrøm conquista la promozione grazie al secondo posto alle spalle del Tromso, e ritorna in Eliteserien. La stagione in corso, almeno ai nastri di partenza, vede i gialloneri nelle vesti di neopromossa, un paradosso considerati i 5 campionati norvegesi vinti nella sua ultracentenaria storia, oltre alle 6 coppe di Norvegia. "Sarà un anno di transizione" le parole pronunciate da Bakke dopo le prime giornate di campionato che hanno visto il Lillestrøm pagare lo scotto del salto di categoria con quattro ko nei primi sei turni. Poi la forza del gruppo che viene fuori, le doti offensive di Olsen a segno 16 volte in 19 match di campionato, e vetta della classifica distante solo quattro lunghezze.
Rinascere dalle proprie ceneri è possibile: chiedere al Lillestrøm per avere qualche suggerimento.
A cura di Carmine Rossi