Eroi della nostra epoca. CR7 chiama, Messi risponde e il duello a distanza si arricchisce con l’ennesimo capitolo della saga infinita. Gli ultimi dieci anni sono stati dominati in lungo e in largo, a livello individuale, dai due assi del calcio mondiale. Un’egemonia confermata anche nell’ultimo weekend, nella giornata di sabato, perché nessuno, numeri alla mano, è come loro. Nel pomeriggio il portoghese mette a segno una doppietta contro l’Alaves, arrivando a quota 300 reti in Liga (secondo il quotidiano Marca, 299 secondo le statistiche di lega che gli hanno tolto un gol del 2011 di dubbia paternità). In serata l’argentino, contro il Girona, con la penna stilografica firma altre due volte nel libro dei record: prima serve Suarez, con il suo 168esimo (!) assist in carriera in Liga (nessuno come lui da 40 anni a questa parte) e poi mette a segno, esattamente come il rivale, una doppietta. E sono 36 le squadre a cui la “Pulce” ha fatto gol nel campionato spagnolo. Supera Aduriz, ancora in attività, e un altro numero 7 madrileno, Raul. Una sentenza insomma, per tutti gli avversari. Praticamente impossibile, se sei una squadra che milita almeno per una stagione nel massimo campionato spagnolo, non essere giustiziati dal sinistro magico di Messi.
E se il Barcellona inizia a scoprire anche le magie di Coutinho (meraviglioso il suo gol nel roboante 6-1 contro i cugini catalani), il fattore-chiave per Valverde è sempre il numero 10. E se la Liga sembra ormai in cassaforte, è su di lui, come sempre accade ai blaugrana in questi anni, che si poggiano i sogni di un nuovo trionfo europeo. Discorso simile, ma solo in parte, in casa-Madrid. I “blancos” sono ormai fuori dai giochi per la conquista della Liga, certo, ma hanno una Champions da difendere, da doppi campioni in carica. Cristiano Ronaldo, dopo mesi caratterizzati da inusuale abulia sotto-porta, ha iniziato ad ingranare pure in campionato, visto che in coppa i gol non sono mai mancati, come da tradizione. Il portoghese è stato anche magnanimo con Benzema, lasciandogli calciare il rigore (poi realizzato per il definitivo 4-0) all’89’, rinunciando alla prospettiva dell’ennesima tripletta in carriera in campionato (sarebbe stata la numero 33), perché il francese in questi anni è stato un suo fedele scudiero e anche con l’Alaves gli ha fornito un assist spettacolare di tacco per l’1-0. Giusto dunque ripagarlo.
Primati impressionanti, numeri da capogiro, cifre irreali per chiunque altro, certo. Tutti record in divenire e ancora migliorabili. Ma non solo. I gol valgono ancora di più se, oltre ad esser contati, si pesano. E i gol dei due fenomeni assomigliano spesso a veri e propri macigni. Nella corsa all’Europa, di cui si diceva sopra, hanno già apposto le loro firme prestigiose e… pesanti, pure quest'anno. Negli ottavi di finale il Barcellona ospiterà al ritorno il Chelsea: a “Stamford Bridge” ci ha pensato Messi a regalare un 1-1 che vale oro in vista della gara del “Camp Nou”. Mentre Ronaldo è, come al solito, salito in cattedra contro il PSG dei campionissimi con la sua, solita, sentenziosa doppietta, nel 3-1 finale del “Bernabeu”.
Passano gli anni, ma non cambiano le prime pagine dei giornali. Sempre loro due, rivali sì, ma legati a doppio filo in una sfrenata, assurda corsa ai primati, ai successi, alle coppe, ai campionati, ai Palloni d’oro. Record su record e un'asticella che si alza sempre di più, con buona pace degli istituti di statistica. Appuntamento al prossimo giro di giostra.