Portato in gloria e poi lasciato a terra, nel vero senso della parola. A Norbert Owona, che oggi ha 67 anni, sembrava ieri quando il primo ministro del Camerun Ahidjo lo accoglieva nel suo ufficio a braccia aperte grazie alle prestazioni sul campo sue e dei suoi compagni. Siamo fra gli anni '60 e '70, Norbert è il capitano del club africano, una delle facce più note di tutta la nazione, adulato e sulla bocca di tutti gli appassionati. Poi il tempo vola, tanto da ritrovarsi qualche decennio più avanti disteso all'angolo New-Bell, senza un tetto sulla testa.
No, perché la sua casa nel frattempo è crollata. Lui ha investito tutto il suo denaro per curare la moglie, vittima di un cancro. E così eccolo, ad osservare i passanti e il cielo, nella speranza che non piova, che non faccia né troppo caldo né troppo freddo. Ha provato anche a scrivere a qualche ministro, compreso il Presidente della Repubblica Paul Biya, il quale lo conosceva molto bene. Ma niente, nessuna risposta. Immerso nell'indifferenza generale fino a quando Tchouffac, una reporter di Equinoxe Tv, non lo ha visto in quelle condizioni: "No, non tu, che hai dato così tanto al nostro paese - le sue parole - il mondo deve sapere cosa ti è successo, come ti stanno trattando". Di lì un servizio reso pubblico in televisione e il ricovero in ospedale a causa di un'ernia inguinale.
A fargli visita anche un certo Samuel Eto'o, uno che con il Camerun vanta 118 presenze e 56 gol. Uno che non si dimentica di coloro che hanno onorato la maglia della Nazionale africana nel passato. Dopo avergli gentilmente lasciato una somma in denaro per pagarsi almeno le necessità alimentari, l’ex attaccante del Camerun, Inter e Barcellona, ha dichiarato che comprerà anche una casa a Norbert. Perché anche lui non ce la faceva più a vederlo vivere in certe condizioni.