Grande, grosso e implacabile. Tanto timido nella vita di tutti i giorni quanto sfrontato in campo. Tanto educato e pacato nel tono di voce quanto cinico e spietato sotto porta. Tutto questo è Abou Diop, il gioiello del Bassano Virtus che nell’ultima giornata di campionato, con una doppietta, ha steso la malcapitata Fermana, giunta allo stadio Rino Mercante con le migliori intenzioni e tornata nelle Marche con ben quattro gol in più nella colonna dei ‘subìti’. Una vittoria netta ed una posizione di classifica entusiasmante per il Bassano Virtus, che grazie ai tre punti di sabato ha agganciato la terza posizione del Girone B.
E il grande protagonista è stato proprio lui, il poderoso attaccante senegalese classe ’93. “Prima della gara ci siamo guardati negli occhi – racconta Diop ai microfoni di gianlucadimarzio.com – sapevamo che quella contro la Fermana sarebbe potuta essere la partita della svolta. Siamo scesi in campo carichi più che mai e abbiamo sfoderato una grande prestazione, segnando addirittura quattro gol”. La metà di quei gol porta proprio la firma di Diop, che si è anche procurato il rigore del 3 - 0 ed ha sfiorato la tripletta in più occasioni. “Stavo benissimo e la squadra giocava bene, avrei potuto segnare anche di più. Per un attaccante il gol rappresenta la massima gioia, ma voglio sottolineare l’importanza della vittoria per questa squadra e questo gruppo meraviglioso: adesso siamo nella posizione di classifica che ci spetta e non ci poniamo limiti”.
Grazie ad un gruppo forte e coeso i giallorossi volano e Buba (così lo chiamano nello spogliatoio) si esalta. Sarà forse perché quei colori gli ricordano il suo esordio in Serie A, quando Gian Piero Ventura, allora allenatore del Torino, lo buttò nella mischia proprio allo stadio Olimpico, contro i giallorossi della Roma. “Era il 19 novembre 2012: ricordo quel giorno come uno dei più belli della mia vita. Mi guardavo intorno e vedevo lo spettacolo dell’Olimpico, quando mister Ventura mi fece cenno di entrare quasi non riuscivo a crederci, fu un’emozione indescrivibile”. In quella stagione, con la fiducia di Ventura, arrivarono anche altri scampoli di partita per il promettente attaccante, l’ultimo dei quali fu però disastroso: espulsione diretta dopo 30 secondi dal suo ingresso in campo. “Ecco un altro giorno che non dimenticherò mai – commenta Diop – giocavamo in casa contro il Cagliari, una squadra tosta ed esperta. Entrai in campo, cercai subito di difendere una palla vacante e girandomi vidi Daniele Conti cadere al mio fianco. Poi l’arbitro venne accerchiato dagli avversari e si avvicinò a me con aria minacciosa: espulso. La disperazione mi assalì immediatamente, capii che quell’episodio avrebbe influito negativamente sulla mia carriera. Ad oggi quella è stata la mia ultima apparizione in Serie A e posso dire con certezza di aver subìto un’ingiustizia. Chissà, forse senza quel cartellino la mia storia sarebbe stata completamente diversa”.
Un ricordo dolce e amaro allo stesso tempo, un mix di emozioni vissute dal giovane Diop sotto lo sguardo attento di Gian Piero Ventura, il primo a dargli fiducia a quell’epoca. “Di mister Ventura posso dire solo cose positive: una brava persona ed un vero maestro di calcio, mi ha insegnato moltissimo e ha limato molti miei difetti. Mi spiace molto per come si è conclusa la sua avventura sulla panchina della Nazionale Italiana, ma l’allenatore è sempre il primo a pagare quando la situazione non è buona ed è considerato il primo responsabile dei risultati negativi. Gli sarò sempre grato e non posso che augurargli il meglio per il suo futuro”.
Dopo l’espulsione contro il Cagliari è cominciata per l’attaccante senegalese una girandola di prestiti, che lo hanno visto protagonista in Serie B e C con le maglie di Juve Stabia, Crotone, Ternana, Matera, Lecce, Viterbese e Modena. Diop ha sempre risposto presente, sacrificandosi generosamente per la squadra e segnando con regolarità, soprattutto nelle ultime due stagioni, in cui ha raggiunto quota 9 reti. “E quest’anno spero di arrivare finalmente in doppia cifra – conclude l’attaccante – qui a Bassano ho trovato un gruppo e uno staff meravigliosi con cui posso esprimermi al meglio e tornare a sognare grandi obiettivi. La strada è quella giusta: spero in un futuro radioso, per me e per questa fantastica squadra”.
di Giacomo Bernardi