Qual è la favola più bella del 2016 calcistico? A livello di club non può che essere il Leicester di Claudio Ranieri, campione d'Inghilterra contro qualsiasi pronostico. I "foxes" hanno appassionato milioni di tifosi da tutto il mondo, guidati dalla loro stella, Jamie Vardy, il "bomber venuto dal nulla". Ventiquattro gol in trentacinque gare, un anno che gli ha cambiato la vita:
"Sto cercando di non stravolgerla" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Sono la stessa persona di qualche tempo fa, ma è inevitabile che ci sia qualcosa di diverso. Sono costretto a tutelare di più la mia privacy, a restare di più in casa, ma i punti di riferimento restano sempre gli stessi: famiglia e amici. Quando abbiamo iniziato a crederci? Sinceramente abbiamo cercato di vivere alla giornata tutta la parte iniziale della nostra avventura. La svolta, e quindi la consapevolezza che avremmo potuto compiere un’impresa memorabile, c’è stata il giorno del 3 a 1 sul campo del Manchester City. Penso che se uno debba scegliere una partita simbolo della nostra stagione, sia quella. Fummo perfetti. Giocammo un grande calcio e credo che il resto del mondo abbia cominciato a prenderci sul serio dopo quel risultato".
In giro per il mondo tutti hanno iniziato a tifare Leicester: "Lo abbiamo capito quando abbiamo cominciato a ricevere messaggi anche dai Paesi più lontani. E’ stata una storia incredibile la nostra. Ad inizio stagione i bookmakers quotarono 5000 a 1 le possibilità del Leicester di vincere la Premier. Non si era mai visto che una squadra considerata così poco conquistasse il titolo. Claudio Ranieri? Ha fornito un grande contributo di esperienza. Ha lavorato nei campionati più importanti, sa come gestire le situazioni più delicate. Ha sempre mantenuto la calma e questo ci ha aiutato a reggere le pressioni nei momenti più delicati. In allenamento Ranieri ama ridere e scherzare, ma c’è una linea ben marcata oltre la quale non si va. C’è un momento per essere leggeri e un altro in cui devi comportarti in modo serio".
Un club di "leoni": "Siamo stati un team vero, composto non da undici, ma da venti calciatori. Tutti, anche chi ha giocato di meno, ha dato un mano al gruppo. Il Leicester ha un nucleo storico consolidato. C’è gente, come King, che ha compiuto la lunga traversata dalla League One alla Premier. Lavoro, spirito di corpo, buoni giocatori: il Leicester è stato soprattutto questo". La favola sta continuando in Champions: "E’ un cocktail di emozioni, composto di piccole e grandi cose: affrontare squadra straniere, giocare negli stadi europei più importanti, ascoltare la musica della Champions. Dobbiamo affrontare la Premier con lo spirito che abbiamo mostrato in Champions, vedrete che ci salveremo".