Frustrazione, amarezza. Rabbia - tantissima - per una stagione nata male e continuata ancora peggio. Aria pesantissima al 'Massimino', clima totalmente surreale: stadio semi-deserto in quella che per il Catania doveva essere la partita del riscatto, il derby contro il Messina che soltanto pochi anni fa si disputava in palcoscenici completamente differenti, quelli della Serie A.
Abbandonata da tutti la squadra rossazzurra, anche dal cuore pulsante del tifo, quella Curva Nord sempre presente e sempre pronta ad incitare che questa volta ha preferito non assistere alla partita in segno di contestazione. "Non ce la facciamo più, questo scempio deve finire", sugli spalti è questo il ritornello della giornata. Una scossa attesa e sperata. Una scossa che alla fine, quando il mare sembrava nuovamente in tempesta, è arrivata. Vittoria, tre punti, a quasi due mesi di distanza dall'ultima volta: digiuno lungo sette turni e incubo play-out sempre più reale. In vantaggio con Caetano Calil (il brasiliano non segnava dallo scorso 31 gennaio) e raggiunto da Gustavo, a salvare il Catania ci ha pensato l'esterno ex Napoli Andrea Russotto: classe e fantasia al potere a dieci minuti dalla fine, fuga in contropiede e tocco implacabile a bruciare Berardi ed un Messina apparso molto ben organizzato. Liberazione per il 'Massimino', sospiro di sollievo per Francesco Moriero, alla prima vittoria sulla panchina del Catania: urla, indicazioni, mai un attimo seduto, l'ex Inter ha vissuto il match con il trasporto di chi sa di non poter sbagliare. Stavolta nessun errore, soltanto tanta sofferenza. Ma in questi casi contano solo i tre punti. Non sarà tornata la pace a Catania, ma mezzo sorriso sui volti dei pochi intimi del 'Massimino' si intravede. E adesso la salvezza non sembra più una chimera.Data: 24/03/2016 -