Un gol ogni tre partite... Mirco Antenucci sa come entrare nel cuore dei tifosi e quelli del Leeds non fanno eccezione. L'attaccante molisano è in nomination per diventare il giocatore dell'anno "I tifosi ti fanno sentire importante" - si legge nelle pagine del Corriere dello Sport - "In casa ce ne sono sempre almeno 20.000. E' una squadra storica, chiaro che vogliono sempre vincere. Nonostante qualche problema col modulo, la scorsa stagione sono arrivato in doppia cifra. Quest’anno ci sono vicino. Giocatore dell'anno? Sono onorato della nomination, mi fa molto piacere, è stata un’altra annata positiva".
Allenamenti? Altro pianeta rispetto all'Italia: "Non esistono doppie sedute, ci alleniamo solo la mattina e il mercoledì abbiamo il giorno libero. Con me vivono mia moglie e le mie bimbe. Appena possono vengono anche mia madre e mia suocera. Con Silvestri e Bellusci abbiamo fatto gruppo, siamo arrivati nello stesso periodo e ci siamo aiutati a vicenda. Abbiamo portato l’allegria degli italiani. In Italia c’è molta più tattica, qui il calcio è basato sul ritmo e contropiede. Altre differenze? In Italia nello spogliatoio ci si concentra in silenzio, qui il pre partita lo fanno con la musica. Ho sempre fatto bene con questo numero, in più il 7 novembre è nata mia figlia".
Antenucci ha il cuore rossonero: "Seguo molto il Milan. Da piccolo speravo di giocarci, poi crescendo ho preso un’altra strada. Se si lavora bene prima o poi nel calcio si viene ripagati. E io in questi anni ho sempre creduto nel mio lavoro". Ecco come è nata l'avventura inglese: "Leeds? La Ternana mi aveva riscattato dal Catania. Il ds del Leeds Salerno ha telefonato a me e al mio procuratore e mi ha proposto un contratto. A Terni ero capitano, ma sono occasioni che arrivano una volta sola. Si era fatto avanti il Bologna, ma se fossi rimasto in Italia non avrei lasciato la Ternana".
A cura di Francesco Guerrieri