Sofferenza, difficoltà, riscatto e gioia. L’ultima partita del Lecco di questo 2023 è l’immagine e l’espressione di quello che è stato l’anno appena vissuto. Del Lecco e di chi questa partita l’ha decisa con una doppietta: Andrija Novakovich. Una partita nella partita. Un primo tempo nervoso e con poco gioco. Un secondo iniziato con il rigore di Casiraghi e lo svantaggio. L’errore del numero 90 e il pareggio mancato. Poi la reazione. Uno spirito diverso, una determinazione che vive nella volontà di ribaltare la partita. Toccare il fondo e poi rialzarsi. La doppietta di Novakovich, il 2-1, il grido del Rigamonti Ceppi e il Sudtirol raggiunto in classifica. 20 punti e zona salvezza raggiunta. Il Lecco saluta il 2023 con la sua anima. L’anima del riscatto.
Silenzio e lavoro, Andrija Novakovich
Quando capita di parlare con qualcuno di lui una parola ricorre spesso: “Fondamentale”. Le critiche non sono mancate per alcune occasioni sbagliate e i pochi gol. Ma un attaccante non si vede solo dal numero delle reti. Il suo valore è determinato anche da altro, dalla sua importanza per l’economia della squadra, per il lavoro che compie in campo per il gioco e l’equilibrio tattico. E Novakovich per il Lecco è tutto questo. È riferimento offensivo, boa su cui poggiarsi, giocatore in grado di fare reparto da solo.
Il sangue del numero 90 unisce la Serbia, terra d’origine dei suoi genitori, agli Stati Uniti, paese in cui è cresciuto. Dopo diverse esperienze europee l’arrivo in Italia con il Frosinone. Poi il Venezia e quest’anno il prestito al Lecco. E dopo quella con il Parma, un’altra vittoria con la sua firma: “È stata meritata per il lavoro che facciamo ogni giorno, siamo contenti perchè ce la meritiamo. Io cerco di fare il mio, sono venuto per aiutare tutti e far vincere la squadra. Non leggo quello che si scrive su di me”. Silenzio e lavoro. Novakovich è questo. Fondamentale, appunto.
Crescita
Il Lecco è cresciuto. È cresciuto dall’inizio dell’anno e dopo la sconfitta contro la Ternana. La squadra di Bonazzoli ha imparato a vincere anche le partite sporche e nervoso, in cui le occasioni possono essere poche. Un maggior cinismo nel condurre e interpretare le partite, perché se vuoi salvarti questo deve essere. E questo è stato il filo conduttore che lega il pareggio di Venezia e la vittoria contro il Sudtirol. I blucelesti in queste settimane hanno portato il loro spirito e il loro essere e interpretare il Lecco a un livello superiore. La caparbietà, il sacrificio, la fame unite e combinate a una maggior maturità e intelligenza. “Merito di tutti: giocatori, staff, squadra e tifosi”. Tutti insieme. E ora la zona salvezza è realtà. Impossibile da immaginare fino a qualche tempo fa. Il 2023 del Lecco, il coraggio di sognare e la forza di riscattarsi.