Cadere per poi rialzarsi, sbagliare per ripartire più forte di prima. Il Lecce si ridimensiona e torna in campo contro il Verona. Lo batte e ri-sfiora, ancora una volta, il sogno promozione. Dopo il pesante ko a Cittadella di sabato scorso, Mancosu e compagni dominano un Verona decimato dagli infortuni, vincono per 2-1 e si preparano per la trasferta di Palermo: adesso, i rosanero (sconfitti per 3-0 a Crotone) distano solo un punto in classifica. La vetta è a +6, il secondo posto, che il Benevento ha fatto suo, a +2. La ruota della fortuna, nel turno infrasettimanale, è girata dal lato dei giallorossi.
“Questo campionato è così – ha spiegato Liverani nel post-partita -. Il Brescia pareggia con il Padova, il Crotone fa tre gol al Palermo. E’ inutile fare pronostici, tutti possono vincere e tutti possono perdere, ovunque si giochi. E’ quello che è successo a noi contro il Cittadella, abbiamo perso una partita e magari, da qui alla fine, ne perderemo altre. Intanto guardiamo al presente: siamo matematicamente salvi”.
Obiettivo stagionale raggiunto, ora il Lecce si può divertire: “Quarantuno punti in classifica era la meta prefissata a inizio stagione. Volevamo una salvezza tranquilla, l’abbiamo messa in tasca il 26 di febbraio. E siamo una neopromossa. Bisogna trasmettere positività all’ambiente, serve che ci si renda conto di cosa sta riuscendo a fare una squadra giovane come la nostra”. Guardare alla classifica adesso serve poco, il Lecce pensa alla prossima e rimanda i calcoli a fine campionato. Adesso, si mira a fare punti anche contro il Palermo.
Chissà se arriveranno, chissà che non ci pensi ancora una volta... il solito noto: Andrea La Mantia è al quarto gol consecutivo in tre partite, oggi ha regalato l’1-0 ai giallorossi prima del raddoppio di Lucioni. “Per arrivare in fondo serve saper sfruttare i momenti positivi di ogni giocatore. A inizio stagione era Palombi, poi è toccato a Mancosu e adesso ad Andrea: sta facendo un lavoro pazzesco”, ha continuato Liverani. La Mantia is on fire, il Lecce ci spera ancora. Ma con cautela, ovviamente. Come vuole Liverani, com’è giusto che sia: Cittadella docet.