Arriva dall’Est, gioca nel Genoa e castiga la Lazio: sentenza Pandev. Strikes again. Con le mani alte, sulle orecchie, l’esultanza rabbiosa, la grinta solita, emblematica: “Vedete? Sono ancora qui, sono ancora io”. A quasi 35 anni, poi. Stilettata delle sue. Indirizzata ai soliti noti seduti in tribuna, uno di fianco all’altro. Tare&Lotito. Colpevoli, secondo lui, di averlo “trattato male” ai tempi della Lazio. Una storia già nota: “Sul mio addio sono state dette tante bugie”. Bestia nera adesso. Quando vede biancoceleste diventa rosso. E colpisce. Pandev segna (ancora) alla Lazio e il Genoa vince 2-1 all’Olimpico. Scherzetto amaro: 6 reti da ex, 5 in Serie A e una in Coppa Italia (una con l'Inter, 2 col Napoli e 3 col Genoa). Coltello tra i denti e sinistro pungente. Anche se stavolta la mette col destro, secondo squillo in campionato dopo quello all’Hellas. Merito della cura Ballardini: 18 punti in 11 gare, 16 fuori casa. Quanti in classifica? 24. Ah. Fortino esterno per il Genoa, che quando vede gli altri campi si scatena.
Pandev sornione comunque, Pandev (stra)fischiato dall’intero stadio. Subissato. Bersagliato. Pure odiato. Perché nonostante i 64 gol in 5 anni si è lasciato male. Malissimo. Niente rinnovo, fuori rosa. Poi l'Inter a gennaio e... Campione d'Europa con Mourinho. Bene bene. In panchina, 10 anni fa, c’era proprio Ballardini, che adesso si prende una piccola rivincita dopo l’esonero del tempo: “Io ho fatto la mia strada, la Lazio la sua. Ma è tutto passato”. Intanto il suo Genoa strappa una vittoria al 90esimo e in trasferta. Laxalt-gol, uno che doveva andare alla Roma. Uno a cui 5' prima era stato negato un gol tramite il Var. Storia nella storia. Riscatti. E sentenze. Arriva dall'Est, gioca al Ferraris e segna alla Lazio. Ancora, sempre, con regolarità: Goran Pandev strikes again.