Quarto trofeo in tredici anni di gestione per Claudio Lotito, che con la sua Lazio ha alzato al cielo di Roma, la Supercoppa Italiana. Domani all’Olimpico arriva la Spal, ma sono ancora tanti i casi da risolvere sul mercato, uno su tutti quello legato a Keita. Il presidente in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport si concentra proprio sul senegalese: “Qui c’è un problema di fondo che va oltre Keita e riguarda l’intero movimento, in Italia come in Europa. Strapotere dei procuratori? Non strapotere, abuso di potere. Questi signori tra l’altro, non essendo tesserati, non sono neppure assoggettabili alla giustizia sportiva. C’è uno studio che valuta in 800 milioni le spese sostenute ogni anno in tutta Europa perle commissioni dei procuratori. Sono soldi che escono dal sistema e non vengono reinvestiti. In Italia ci sono società che mettono a bilancio 50-60 milioni l’anno per le commissioni. Sono soldi che perdiamo. Nell’ultimo accordo collettivo abbiamo inserito una norma, non coercitiva, che indica al 3% delle compravendite l’importo delle commissioni. Ma viene disattesa. Urge una profonda riforma”.
Capitolo Keita, Lotito svela tutta la sua verità: “Per prima cosa non è vero che al giocatore non è stato proposto il rinnovo. Con il suo agente Calenda ci siamo incontrati due volte nei miei uffici di Villa San Sebastiano. C’era anche il fratello di Keita, non so a quale titolo peraltro. Al giocatore abbiamo proposto lo stesso ingaggio di Klose (oltre 2 milioni, ndr), sarebbe diventato il più pagato sotto la mia gestione. La risposta è stata che il ragazzo voleva andar via dalla Lazio”.
Così si è percorsa la strada della cessione, ma il suo agente sostiene che non ci siano state offerte: “Ce ne sono state tre ufficiali, tutte documentabili. Il Milan ci avrebbe dato 35 milioni, il West Ham 32, il Napoli 30. Keita e il suo procuratore hanno risposto che non interessava nessuna delle tre, che la destinazione gradita era la Juve. Il giocatore me lo ha ribadito ad Auronzo di Cadore”. Solo che la Juve ha offerto una cifra inferiore: “La società bianconera ritiene congrua la somma di 15 milioni, io però non posso cedere un giocatore alla metà dell’offerta più bassa tra quelle ricevute”.
Calenda sostiene che non si può pretendere una cifra da top player per un giocatore che non ha uno stipendio tale ed è in scadenza tra un anno: “Ma lo stipendio da top player, quello di Klose, l’avevamo proposto. E’ lui che l’ha rifiutato. In quanto al prezzo. Ma se ho ricevuto delle offerte da 30 milioni in su perché devo cederlo alla metà? Mi si dice che è in scadenza di contratto e che rischio di perderlo a zero se non accetto? E io dico che questa manovra configura il reato di estorsione. Vie legali con il procuratore del giocatore? Lo valuteremo. Così come stiamo valutando, nell’ambito del codice di giustizia sportiva, il comportamento del ragazzo (da tre giorni assente agli allenamenti dopo aver presentato certificato medico, ndr). Il contratto va rispettato sempre, non solo se uno gioca. Perché l’accordo che i calciatori sottoscrivono non prevede quello”.
Lotito poi spiega come l’esclusione del classe 1995 in Supercoppa, non sia stata una scelta della società: “Niente di più falso. E’ stata una decisione di Inzaghi. Mi dicono che nello spogliatoio il calciatore abbia confessato di non sentirsela di giocare, poi nella rifinitura è parso sotto tono. Guarda caso si giocava contro la Juve...”. E se dopo il 31 agosto dovesse restare alla Lazio…: “Deciderà Inzaghi se utilizzarlo o meno. In quanto al parametro zero pazienza. E’ più importante il rispetto delle regole”.
Nonostante l’assenza di Keita e Anderson la Lazio ha mostrato di essere competitiva: “La vittoria in Supercoppa ci ha riempito di orgoglio, anche perché ottenuta contro la formazione che sta dominando in Italia da molti anni. Pure l’ultima Supercoppa l’avevamo vinta contro uno squadrone, l’Inter di Mourinho”. Il trofeo cui è più legato Lotito è però la Coppa Italia vinta sulla Roma: “Sicuramente è il successo maggiormente apprezzato dai tifosi. Io però da presidente dico che tutti i trionfi sono stati belli e importanti”. Con l’ultimo sono 4, sui 14 vinti complessivamente dalla Lazio. Per numero di trofei èil secondo presidente più vincente della storia laziale. Davanti c’è solo Cragnotti con 7: “Non sarebbe male raggiungerlo. Lui più di me ha vinto due coppe europee e uno scudetto, imprese non facili da compiere. Però mai mettere limiti alla provvidenza”.
Infine sulla possibilità un giorno di vincere lo scudetto: “Abbiamo un terzo dei ricavi dei club più importanti, non è facile competere con loro. Ma col lavoro e le idee ci si può provare. In ogni caso già arrivare tra le prime 4 sarebbe un risultato straordinario”.