Un allenatore speciale. O meglio: Loco. Un vero e proprio pazzo (d'amore) per il calcio tanto da farsi installare un televisore dentro il furgone pur di vedere e rivedere le partite e gli allenamenti dei suoi ragazzi anche nel tempo libero. Guidava il suo secondo. Prima scopritore di talenti: divise l’Argentina in 70 parti e la attraversò in macchina senza soste e orari. Pochettino lo prese alle 3 della mattina quando aveva appena 13 anni. Poi allenatore vincente già a 35 anni. Bielsa. Loco di VHS e video. Se ne portò sette mila al Mondiale di Corea e Giappone come CT della Seleccion albiceleste giusto per non farsi mancare nulla e avere il controllo su tutto. Il presidente dell’Atheltic Bilbao gli disse: “Se vinco le elezioni ti prendo”. E lui si vide le ultime 55 partite di quella che sarebbe diventata la squadra ma sul finale disse: “42 le ho viste due volte”.
Perfezionista ma anche sergente di ferro che non transige l'errore. Una volta mandò il suo Newell's in ritiro in una base militare. E qualche anno prima fecero tutti insieme una tournee estiva soggiornando per hotel a due stelle. Con la stampa parla controvoglia, non si fida per nulla: una one to one non la farà da 20 anni. Ma ai suoi ragazzi ha dato anche qualche lezione di Yoga, ai tempi della Nazionale cilena. “Non riesco mai a vedermi una partita per divertimento: è un dramma” disse. Ma la verità è che il divertimento ce lo lascia a noi, allo stadio oppure davanti alla tv grazie al suo calcio travolgente e coinvolgente. Un personaggio capace di stupire tutti: quando è uscito ai gironi del Mondiale 2002 ha poi rinnovato il suo contratto. Dopo aver vinto i giochi olimpici ad Atene si è dimesso. Schietto e diretto. Da CT dell'Argentina disse a Redondo: "Non mi piace come giochi. Però io devo venire a vedevi tutti comunque".
Uno stadio a suo nome, una filosofia offensiva che è il suo grande marchio di fabbrica: 4-3-3 al Newell’s, 3-3-1-3 al Velez e 3-2-2-3 con il Cile di Vidal e compagnia. Uno che si fa pagare caro, ma Lotito ha preso il pacchetto completo, consapevole: ai tempi della Nazionale cilena il suo copro tecnico guadagnava ben 1,6 milioni di euro all’anno, cifra record nella storia della Federazione. Disposto a tutto pur di vincere, anche tagliarsi un dito. Ossia? Ecco la scena: prima di un Newell’s vs Rosario Central, Bielsa si avvicina al difensore Fernando Gamboa: “Cosa daresti per vincere? Tutto, lavorare, lavorare…”. Il Loco: “Devi dare di più. Io mi farei tagliare un dito”.
Tevez lo ha considerato il miglior allenatore mai avuto, Sampaoli (anche lui in orbita Lazio) lo reputa un maestro, tanto da essere soprannominato... Bielsito. Ai tempi dell’Atheltic Bilbao ha convocato una conferenza stampa speciale per autodenunciarsi: l’accusa che si è mosso è di aver aggredito verbalmente l’ingegnere incaricato ai lavori di modernizzazione del centro sportivo di Lezama. Lo ha fatto per davvero perché le cose non andavano come avrebbe voluto. Ma c'è altro, un colpo di scena dietro l'altro. Alla sua prima conferenza al Velez disse: “Ragazzi sapete cosa mi ha sorpreso di più di questo club? L’auto di Husain, è spettacolare”. Chissà cosa dirà a Formello. Attendiamo. Occhio però a non mantenere le promesse, di mercato soprattutto. All'OM se la prese parecchio: "Avevo chiesto Jara, Manquillo, Isla, Montoya, Coke, Ocampos, Rekik, Aurier, Tello, Medel e Stambouli. Non è arrivato nessuno. Come la mettiamo?”. In allenamento beve litri di caffè ma pensa sempre a quello. Loco di calcio.