Tra la gioia Scudetto, il capitolo rinnovo e un po' di sana autostima. Lautaro Martinez ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport toccando vari temi. Il più importante, che tiene tutto il mondo Inter sulle spine, è ovviamente quello relativo al prolungamento del contratto. "Siamo vicini, mancano solo un paio di cosette... Ho detto 'in settimana' perché poi finisce il campionato e volevo definire tutto prima della Coppa America".
Lautaro: "Zhang grandissimo presidente"
Il rinnovo del capitano nerazzurro è un capitolo che passa, a stretto contatto, con la situazione societaria: "Noi parliamo con Marotta e Ausilio, ma dipende anche dalla proprietà... Aspettiamo, non so cosa accadrà da qui alla prossima settimana, ma non ci sono problemi tra di noi". E sul presidente Zhang: "Ci è sempre stato vicino: anche se quest’anno non era con noi a volte bastava una videochiamata per sentirlo comunque qui. È un grandissimo presidente, non sappiamo cosa accadrà perché è tutto sopra le nostre teste. Siamo tranquilli e in attesa".
L'argentino si concentra poi sul suo legame con il club: "Considero l’Inter semplicemente casa. L’ho sentita proprio così dal primo giorno ed è forte anche il legame con Milano: qui c’è una atmosfera speciale, qui crescono i miei figli, qui mia moglie ha un ristorante. Qui sento l’amore della gente. Devo tutto alla società e al popolo interista: mi sono stati dall’inizio vicini, solo grazie a loro sono riuscito a diventare capitano, che è onore e responsabilità. Alzare la coppa della seconda stella con la fascia è un sogno che mi ha dato il calcio".
Scudetto e titolo di capocannoniere per Lautaro, che dovrà ringraziare anche il suo nuovo compagno in attacco: "Con Marcus ho più possibilità, più scelta, più spazi. I suoi movimenti ti liberano e poi è davvero un bravo ragazzo. Porta sempre un sorriso nello spogliatoio. Siamo diversi, lui mi dice che rido poco e forse lui ride... molto (se la ride anche qui, ndr), e poi non mi vestirei mai come lui: che coraggio che ha! Scherzi a parte, non mi aspettavo di trovarmi così bene con Marcus, ma è stato decisivo partire insieme già dal ritiro. Lukaku? Romelu portava via due uomini, anche con lui ho fatto grandi cose. Non mi ha risposto quella famosa volta e per entrambi è finita lì. Abbiamo tutti voltato pagina".
Ora è in arrivo un altro attaccante per rinforzare il reparto: "Taremi lo abbiamo affrontato e ho visto tante sue partite. È un grande attaccante, molto tecnico e con un altro modo di giocare. Ci darà una grande mano: penso possa essere un nuovo Arnautovic per la capacità di far salire la squadra".
Il capitano nerazzurro fissa già gli obiettivi della prossima stagione: "L’Inter veniva da anni senza successi e negli ultimi 4 ha sempre messo in bacheca qualcosa. Il ciclo deve continuare, ha ragione il direttore Marotta quando dice che 'dobbiamo alzare l’asticella'. Non scelgo tra gli obiettivi, li voglio tutti, ma il prossimo passo è la Champions: a Istanbul era un sogno vicinissimo, mentre l’unica partita che vorrei rigiocare quest’anno è quella contro l’Atletico. Ma a Milano, non a Madrid: se avessimo sfruttato le occasioni, sarebbe stato diverso. Certo, anche al Metropolitano abbiamo sbagliato: se vai in vantaggio, devi conservarlo. Su questo bisogna migliorare". L'asticella si alza anche per lui stesso: "Non ho nulla da invidiare a Mbappé, Haaland, Lewandowski o Kane. Lo dicono i numeri e i trofei: ci sono campioni che hanno vinto meno di me. Devo continuare a lavorare con responsabilità, come mi ha insegnato mio padre, ma posso sedermi allo stesso tavolo di questi grandi".