Il monte fatto con le mani, la rincorsa e il Tiro. Si sente solo il rumore sordo del Super Santos e il classico “crrr” della rete che si gonfia. “Ediiiin Dze ko Dze ko Dze koooo”. Sorrisi di tutti, meno quello di mamma. C’è il mare e la sabbia, ma anche i tavolini e il fritto di paranza. È aprile, non agosto. “Non si urla al ristorante... lo facciamo mercoledì”.
Silenziosa e vacanziera, vissuta in un continuo pendolo tra disincanto e illusione. L’attesa di Roma-Liverpool è tutta in un’immagine. Un bambino che esulta trascinato dal sogno di un gol del suo bomber e mamma che si rilassa con papà e gli amici durante il ponte del 1 maggio. Ma la testa di tutti è lì, a mercoledì sera, a quel sogno chiamato impresa. L’ennesima.
“E tu, davanti a me. Un cielo (giallo)rosso su Roma”. Città e squadra dovranno essere un tutt’uno. Da oggi, da ieri... fino a mercoledì al tramonto. Per vivere ogni sfumatura di un uragano altalenante di emozioni che solo questa bellissima donna puó darti. “Asciugarsi, respirare, riconquistarsi, farsi male”, per poi sbarcare come un marine sul prato verde dell’Olimpico. Il richiamo ad un’unione emotiva e cromatica è stato chiaro. Da Monchi a Totti, passando per tutta la società: “Mi piacerebbe che Roma fosse colorata di giallorosso. Già oggi. Che tutti i tifosi romanisti esponessero le bandiere sui balconi e facessero capire al mondo che Roma tifa Roma”. Saranno due giorni lunghissimi, da vivere insieme. Città e squadra dentro e tutto il mondo fuori.