Si sa, per la città di Napoli, quella contro la Juventus, non è mai una partita qualsiasi. L’attesa, l’atmosfera da brividi, il confronto con i bianconeri. Un evento, insomma. Tante volte, questa sfida, ha messo in palio anche punti importanti per lo scudetto ma, al di là degli obiettivi, per Napoli è sempre stata LA partita. Ma questa volta, probabilmente, è stato diverso. Di attesa ce n’è stata persino un po’ di più. Per la Juventus, certo. Ma anche (e soprattutto) per Gonzalo Higuain.
I tifosi azzuri l’avevano lasciato il 14 maggio 2016, dopo la storica tripletta al Frosinone nell’ultima giornata dello scorso campionato. Il ‘Pipita’ mostrava orgoglioso il pallone che aveva portato a casa con i suoi tre gol e, soprattutto, festeggiava il record di 36 segnati in una singola stagione che gli permisero di battere a distanza di 60 anni il primato di Gunnar Nordahl. Una notte da film, con la pioggia a rendere tutto ancor più emozionante. Agli effetti speciali, poi, ci pensò proprio Higuain, segnando in rovesciata la rete numero 36. Andò via cantando ‘difendo la città’, con gli occhi che facevano trasparire tutta la sua emozione. E’ tornato questa sera, da avversario, tra i fischi. Da eroe ad avversario: così, ‘un giorno all’improvviso’. E’ passato meno di un anno dall’ultima volta al San Paolo ma è sembrata una vita.
Eppure dimenticare tre anni così non è facile. A Napoli, il fantasma del ‘Pipita’, sembra esserci ancora. Anche se ora c’è Dries Mertens a far tremare il cuore dei tifosi azzurri con i suoi gol. La sfida nella sfida, in questo Napoli-Juventus, era anche questa: il passato contro il presente. I due protagonisti tanto attesi, però, non hanno inciso. L’unico testa a testa a centrocampo, con il belga a strappare il pallone dai piedi dell’argentino facendo impazzire il pubblico azzurro. In una delle tante occasioni in cui Higuain è stato sommerso dai fischi del San Paolo. Come preannunciato nessuna coreografia a lui dedicata, soltanto tanti fischi e cori. Sin dal momento dell’ingresso in campo della Juventus per il riscaldamento, vissuto dal ‘Pipita’ con gli occhi di 60 mila persone puntati su di lui. Gli stessi che poi, durante la partita, l’hanno marcato a uomo, fischiandolo ogni qualvolta ha preso palla.
E’ uscito dal campo salutando i suoi ex compagni ma impassibile nei confronti del pubblico, che lo ha accompagnato fino all’ingresso negli spogliatoi. Questa volta Higuain non è andato in gol, non è riuscito a ripetersi dopo le reti nei precedenti due confronti allo Stadium contro la sua ex squadra. A spaventare Napoli è stato Sami Khedira. L’uomo che non ti aspetti? Sì, ma fino a un certo punto. Perchè il gol è un vizietto che il tedesco ha da sempre. Poi il cuore di Napoli e di Marek Hamsik: nel giorno del ritorno al San Paolo di quello che per i tifosi azzurri è oggi il simbolo del tradimento, arriva il gol di colui che invece ha giurato amore eterno a questa maglia. Lo slovacco festeggia così la partita numero 350 in Serie A, salendo a -4 dal record di gol in maglia azzurra di Diego Armando Maradona.
E’ scivolata via così la notte del ritorno al San Paolo di Gonzalo Higuain, tra qualche tentativo palla al piede e i fischi del suo ex pubblico. Con l’appuntamento rinnovato a mercoledì, secondo atto di questa sfida eterna. Sì, perchè l’attesa per Napoli-Juventus non è ancora finita.